Altri 45 giorni di carcere per Patrick Zaky, il Tribunale del Cairo conferma la sentenza

Patrick Zaky resterà in carcere per altri 45 giorni. L’udienza del 1 febbraio ha rinnovato la custodia cautelare per il giovane attivista egiziano, critico su Facebook verso il Governo del Cairo. Dopo le voci pubblicate dalle testate locali e riferito da fonti giudiziarie all’Ansa, è arrivata la conferma ufficiale.

Gli attivisti della pagina FreeZaky hanno affidato a Facebook il loro malcontento per l’incertezza sul trattamento dell’attivista
12 mesi in prigione

È trascorso quasi un anno dal primo arresto di Patrick Zacky, agli inizi di febbraio 2020. Il ventottenne, studente dopo un periodo di studio, per un master all’Università di Bologna, aveva deciso di trascorrere un po’ di tempo con la famiglia, nella città natale, Mounsura. Al suo arrivo all’aeroporto del Cairo, le forze di polizia egiziane lo avevano fermato e portato in carcere.

Il suo processo, pochi giorni più tardi, si era tenuto insieme a quello di altri 700 imputati. Le accuse erano di propaganda sovversiva su Facebook, diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e istigazione alla violenza e ai crimini terroristici.

Colpito dal clima d’intimidazione e dalle irregolarità della campagna elettorale del 2018 – che hanno portato alla rielezione dell’attuale presidente, Abdel Fattah Al-Sisi – Zaky  era membro dell’ONG Egyptian Initiative For Personal Rights, con sede al Cairo.

Nessun cambiamento per Patrick Zaky

Attualmente, Patrick sta trascorrendo il suo periodo di detenzione nella sezione Scorpion II del carcere di Tora, quella riservata ai “crimini di coscienza”.

#FreedomForPatrickGeorge è uno degli ashtag con cui sui social in Italia e in Egitto si chiede la liberazione del ventottenne

A distanza di un anno, per l’attivista non ci sono stati particolari cambiamenti. Ma né la famiglia, né l’avvocatessa Hoda Nasrallah, né le associazioni umanitarie che si stanno occupando del caso perdono le speranze.

«La speranza dell’avvocata di Patrick è anche la nostra, speriamo davvero che quasi 12 mesi di detenzione arbitraria e immotivata possano essere sufficienti per la giustizia egiziana» ha dichiarato il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury .

Il caso in Italia e in Europa

La vicenda di Zaky non è tanto diversa da quella di tanti prigionieri che subiscono le torture e le durissime condizioni delle carceri egiziane. In Italia ha però avuto particolare risonanza, non solo per il suo legame con la città di Bologna, ma anche perché ricorda inevitabilmente il caso di Giulio Regeni, il ricercatore ucciso al Cairo nel 2015.

Il processo dunque è al centro delle attenzioni della Farnesina e del progetto di monitoraggio dell’Unione Europea. La recente udienza, secondo una nota del ministro degli Esteri, «si è svolta regolarmente alla presenza dell’interessato e dei suoi legali». E l’Ambasciata italiana sta continuando a sensibilizzare le Autorità locali sul caso “al fine di favorire la pronta scarcerazione del giovane studente”.

Giorgia Colucci

Classe 1998, vivo tra Varese e Milano, ma mi appassiona il mondo. Curiosa su tutto, scrivo di ambiente, di diritti e di casa mia su Il Fatto Quotidiano.it. Oltre a collaborare con Master X, parlo di rock ai microfoni di Radio IULM e di Europa a quelli di Europhonica. Per non farmi mancare niente, anche di cinema su Recencinema.it. Nel 2018 ho pubblicato "Vorrei mettere il mondo in carta", una raccolta di poesie per I Quaderni del bardo Edizioni

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