Quasi sette miliardi e mezzo di dollari. Questa la somma che la famiglia Sackler, proprietaria dell’azienda farmaceutica Purdue Pharma, dovrà pagare negli Stati Uniti per la cosiddetta “pandemia degli oppioidi”. Infatti, secondo l’ufficio del procuratore generale di New York, Letitia James, la farmaceutica ha rivestito un ruolo determinante nella diffusione dell’ossicodone che, a sua volta, ha provocato centinaia di migliaia di morti e portato alla tossicodipendenza milioni di americani.
La “crisi degli oppioidi” e l’accusa
Nel 2022 la Purdue Pharma, che ha brevettato e commercializzato OxyContin, è stata protagonista di diverse inchieste giornalistiche e giudiziarie per via delle migliaia di cause avviate dai familiari delle vittime contro l’azienda farmaceutica.
L’azienda è stata, infatti, accusata di “incoraggiamento alla prescrizione libera di ossicodone”. Ciò sarebbe avvenuto attraverso strategie di marketing, etichettate come “spregiudicate”, e, al tempo stesso, nascondendo consapevolmente i rischi correlati all’assunzione dell’oppioide.
La Purdue Pharma è stata, inoltre, protagonista della serie Netflix “Painkiller” che, nel corso di sei episodi, ha raccontato la crisi degli oppioidi che ha sconvolto l’America.
Il risarcimento
Prima che la famiglia Sackler e Purdue Pharma possano procedere a versare il maxi risarcimento, l’iter giudiziario deve ricevere l’approvazione della Corte Suprema americana. Quando, e se, questo avverrà, è previsto il versamento di 6,5 miliardi di dollari da parte dei Sackler e, i restanti 900 milioni, da parte della farmaceutica.
La somma, stabilita da un accordo congiunto tra diversi Stati degli Usa, sarà destinata alle comunità e agli individui colpiti dalla “pandemia degli oppioidi” allo scopo di finanziare programmi di assistenza e terapia.
I Sackler, detentori di un patrimonio da 11 miliardi di dollari, non potranno disporre di alcuno scudo legale per difendersi dalle cause civili da cui avevano tentato, nel 2019, di esimersi dichiarando bancarotta.