Rafael Nadal è il primo finalista del singolare maschile degli Australian Open. Coloro che si aspettavano una partita combattuta tra lui e il giovanissimo Stefanos Tsitsipas – già carnefice di Roger Federer – hanno visto deluse le loro aspettative. Il maiorchino ha infatti demolito il fenomeno greco, inerme di fronte all’onnipotenza di un avversario che quando è in forma fisicamente è quasi imbattibile.
6-2, 6-4, 6-0 il punteggio finale, che però non racconta tutta la verità. Tsitsipas ci ha provato nei primi due set, si è spinto al limite con i colpi, ma ha trovato di fronte a sé un muro che ribatteva tutto e con ancora più potenza.
Una sonora sconfitta che tuttavia non lascia solo l’amaro in bocca. Se è vero che il greco classe 1998 deve ancora lavorare molto per arrivare al livello dei primi tre della classifica (e il tempo è sicuramente dalla sua parte), è altrettanto evidente che Tsitsipas uscirà dagli Australian Open a testa alta: il raggiungimento della semifinale gli permetterà di scalare ulteriormente dalla classifica e di avvinarsi alla top ten (prima del torneo era numero 15), e sicuramente si porterà dietro il ricordo di aver battuto il suo idolo Roger Federer, in un match entusiasmante che da molti è già stato etichettato come un “passaggio di consegne”.
Per Rafael Nadal, invece, quella di domenica sarà la venticinquesima finale Slam in carriera, con la possibilità di raggiungere quota 18 vittorie, avvicinandosi così al record di Federer (a quota 20). Dovrà tuttavia aspettare domani per conoscere il nome del suo avversario, che sarà uno tra Novak Djokovic, l’altro eterno rivale, e Lucas Pouille, inaspettatamente e meritatamente rimasto tra gli ultimi quattro in questi Australian Open.
Si sono giocate nella notte italiana anche le semifinali femminili, che hanno visto i successi di Petra Kvitova sulla sorpresa Danielle Collins e di Naomi Osaka su Karolina Pliskova. La finale si disputerà sabato e, oltre al trofeo, metterà in palio qualcosa di ancora più importante: il primo posto nel ranking.
Per Petra Kvitova, che durante il torneo non ha ceduto nemmeno un set, il successo sulla Collins (7-6, 6-0) significa la prima finale agli Australian Open e la terza in carriera. La ceca manca all’ultimo atto di uno Slam dal 2014, anno in cui vinse per la seconda volta in carriera Wimbledon, e nelle finali Major ha una percentuale di vittorie del 100%.
A cercare di invertire il trend ci penserà Naomi Osaka, il nuovo fenomeno del circuito femminile, già vincitrice a ventuno anni di uno US Open, in seguito al successo sulla regina e padrona di casa Serena Williams. Con il raggiungimento della finale agli Australian Open, in seguito ad una battaglia di quasi due ore con la Pliskova (6-2, 4-6, 6-4), la giovane giapponese dimostra di non essere una meteora.