«L’impegno del 2024 verrà mantenuto»: con queste parole il presidente francese Emmanuel Macron ha assicurato che la promessa fatta due anni fa alla nazione verrà mantenuta. Era infatti il 15 aprile 2019 quando un incendio causò il crollo della grande guglia centrale e di due terzi del tetto. La cattedrale di Notre-Dame riaprirà dunque il 16 aprile 2024, in tempo per le Olimpiadi di Paris-2024. Ciò anche se i lavori non saranno del tutto ultimati per quella data.
Notre-Dame e il Covid-19
Il Presidente francese, che ha visitato il cantiere della cattedrale accompagnato dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, ha anche lanciato un parallelismo tra i lavori di ricostruzione di Notre-Dame e gli sforzi fatti dalla Francia contro il Covid-19.
«Queste grandi sfide mostrano la capacità del popolo francese di unirsi, di superarsi, quando accade il peggio», ha infatti dichiarato Macron. Che ha poi ricordato come la Francia sia «una nazione vivente che ha sempre cose da ricostruire e da fare».
Il Presidente francese, comunque, non è stato l’unico membro delle istituzioni a confermare l’apertura di Notre-Dame nel 2024. Sul tema era già intervenuta dinnanzi al Senato di Parigi la Ministra della Cultura, Roselyne Bachelot, che si è soffermata sulla sottoscrizione pubblica per raccogliere i fondi necessari alla ricostruzione. Le donazioni, ha specificato la Ministra, hanno consentito di raccogliere 833 milioni di euro: una somma che «permette di affrontare tranquillamente questo cantiere».
I ritardi nei lavori
La ricostruzione della cattedrale, nonostante i proclami, non sembra però procedere in maniera così spedita. A confermarlo è il rettore di Notre-Dame, Patrick Chauvet, che il 2 aprile ha dichiarato che occorreranno almeno 15 o 20 anni per ultimare il restauro. Infatti, nonostante del cantiere si stiano occupando 35 imprese, sinora ci si è limitati alla semplice messa in sicurezza della cattedrale, che verrà completata nell’estate del 2021.
I lavori, del resto, sono stati rallentati dalla pandemia: solo nel novembre 2020 si è riusciti a rimuovere tutti i ponteggi metallici danneggiati nell’incendio del 2019; ponteggi che erano stati allestiti nel 2018 per ripulire dallo smog la parte esterna della flèche (l’estrema parte della cuspide).
I lavori di restauro
Quanto all’avvio dei lavori di restauro, si dovrà probabilmente attendere il 2022. Solo allora, quindi, si procederà alla ricomposizione delle parti di edificio crollate durante l’incendio: la guglia, il sottotetto e parte della volta della navata centrale. Senza dimenticare la pulizia delle cappelle e del grande organo a canne.
Notre-Dame verrà così ricostruita nel rispetto della versione originale. Circostanza, questa, che ha complicato ulteriormente i lavori. Per ricreare la struttura in legno della guglia e la «foresta», infatti, occorrono 1500 querce, aventi particolari requisiti. Innanzitutto, devono avere una dimensione tra i 50 e i 90 centimetri di diametro e tra gli 8 e i 14 metri di lunghezza. Occorre inoltre che siano state abbattute prima che la linfa abbia risalito il tronco. Infine l’ultimo passaggio: i fusti ottenuti devono asciugare per 12-19 mesi prima di essere lavorati.