In un Paese più interessato all’evoluzione dell’epidemia di Coronavirus che alle urne, si è svolto il primo turno delle elezioni municipali. Molte le grandi città coinvolte in questa tornata elettorale, si tratta di 35mila Comuni, tra cui Parigi.
Alto l’astensionismo. Dei 48 milioni di cittadini francesi chiamati alle urne, il 54,5% degli elettori ha preferito l’astensione per paura di subire il contagio.
I risultati delle elezioni comunali a Parigi
Nella “Ville Lumière”, la sindaca socialista uscente Anne Hidalgo ha ottenuto in tutti i venti arrondissement parigini il 29,3 per cento dei voti, con un tasso di partecipazione del 42,3 per cento. La sua rivale repubblicana Rachida Dati, si è fermata al 22,72 per cento, mentre Agnès Buzyn di la République en marche, il partito del Presidente Emmanuel Macron, è terza con il 17,26 per cento.
Una sfida che si è caratterizzata per essere tutta al femminile. Anne Hidalgo, 61 anni, sindaca uscente della capitale francese ha un’idea fissa: diminuire il traffico e l’inquinamento parigino tramite la chiusura delle principali arterie di scorrimento lunga la Senna, moltiplicando le isole pedonali, e incentivando l’uso del car sharing. Non sarà facile per lei, visto la situazione dell’indebitamento comunale.
Rachida Dati, 55 anni, ex ministra della Giustizia di Nicolas Sarkozy, sta facendo di tutto per porre fine al dominio della gauche di Parigi; ha fatto votare importanti riforme volute dal presidente Sarkozy, come le pene contro i recidivi o la nuova carta giudiziaria, tuttavia, sebbene abbia raggiunto un ottimo risultato, la vittoria della destra a Parigi sembra alquanto improbabile.
Agnès Buzyn, 58 anni, ministra della Salute francese, è la candidata di en marche. Vanta una lunga carriera ai vertici degli enti che governano la sanità in Francia, paga lo scotto di esser la candidata del partito del Presidente Emmanuel Macron, in netto calo nei sondaggi.
La polemica sul secondo turno
Nonostante l’appello a restare il più possibile a casa del Presidente Emmanuel Macron, che ha definito quest’epidemia «l’emergenza sanitaria più grave in 100 anni di storia», molti francesi hanno affollato le piazze e le strade nel fine settimana.
Soltanto sabato 14 marzo, il Governo francese aveva decretato il passaggio alla fase 3 dell’epidemia, attuando la chiusura di scuole, università, ristoranti e di tutti i luoghi che non prevedano servizi essenziali.
Le elezioni si sono svolte in un clima di allarme sanitario, e il dibattito è praticamente fermo sull’eventualità di rimandare il secondo turno elettorale. «L’alto tasso di astensione testimonia la crescente preoccupazione dei nostri concittadini di fronte all’epidemia che ci sta colpendo», ha commentato il primo ministro Edouard Philipp.
La sua ultima proposta, in realtà, sarebbe di rinviare il secondo turno delle municipali al 21 giugno 2020, lo ha annunciato ai principali leader dei partiti politici e ai presidenti dell’Assemblea nazionale e del Senato, durante un incontro organizzato a Matignon.
“Se il secondo turno dovesse essere rimandato, sarebbe necessario ricominciare l’intero processo elettorale”, rivelano molti costituzionalisti. Difatti, la legislazione vigente impone lo svolgersi del secondo turno la domenica seguente al primo. Ma tutto lascia pensare a un rinvio.
Anche la Francia starebbe seguendo la strada italiana del “lockdown” per evitare l’ulteriore diffusione del contagio. Gli ultimi numeri rivelati domenica 15 marzo parlano di 127 morti e 5.423 contagiati.