Miracolo sull’Hudson: 15 anni fa l’ammaraggio del capitano Sully

Ammaraggio del volo 1549 sul fiume Hudson

Sono passati quindici anni dal 15 gennaio 2009, da quando l’Airbus A320-214 è “atterrato” sul fiume Hudson, nello Stato di New York, in un ammaraggio d’emergenza. A pilotare l’aereo è Chesley Burnett Sullenberger III, noto con il soprannome di Sully.

15:24, la partenza dall’aeroporto LaGuardia

Il volo 1549 della US Airways decolla alle 15:24 dall’aeroporto Fiorello LaGuardia di New York, nel Queens, per dirigersi verso lo scalo internazionale di Charlotte-Douglas, in Carolina del Nord. Alle 15:25, il pilota comunica alla torre di controllo di aver raggiunto quota 700 piedi.

Chesley Sullenberger, il capitano Sully
Chesley Sullenberger, il capitano Sully

A bordo dell’aereo sono presenti 150 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio. In cabina, insieme a Sullenberger, c’è il copilota Jeffrey Skiles, che il 15 gennaio 2009 ha da poco ricevuto l’abilitazione. Non ha la stessa esperienza di Sullenberger. Pilota militare diplomato nel 1973 alla United States Air Force Academy, durante il periodo di servizio raggiunge il grado di capitano. Nel 1980 lascia l’esercito per essere assunto dalla Pacific Southwest Airlines, l’attuale US Airways, pilotando voli di linea fino al 2010.

15:27, il bird strike

Alle 15:27, uno stormo di oche si scontra con la parte frontale dell’aereo.  È il cosiddetto bird strike, uno dei maggiori rischi per i velivoli. Alcune oche finiscono nei reattori, danneggiando entrambi i motori e rendendo necessario un atterraggio d’emergenza.

La torre di controllo suggerisce di tornare a LaGuardia, ma il vento soffia in direzione contraria. La seconda opzione è l’aeroporto di Teterboro, nel New Jersey, ma Sullenberger rifiuta l’indicazione. Lo scalo, nonostante il vento a favore, è troppo lontano considerando la velocità a cui l’Airbus sta perdendo quota. A questo punto, Sullenberger decide di ammarrare sul fiume Hudson, l’unica soluzione, secondo il comandante, per evitare lo schianto.

15:30, l’ammaraggio sull’Hudson

L’aereo “atterra” sulle acque del fiume newyorchese alle 15:30. Dalla collisione all’ammaraggio passano 208 secondi, poco più di tre minuti in cui Sullenberger avvisa i passeggeri di tenersi forte per prepararsi all’impatto. La manovra di ammaraggio è da manuale, tanto che, nella sala piloti di LaGuardia, è appeso un quadro che mostra la procedura eseguita da Sullenberger.

Le operazioni di salvataggio

Nelle fotografie si vede l’aereo ammarato all’altezza di Midtown, mentre le 155 persone a bordo attendono i soccorsi sulle ali del velivolo. Il primo a prestare aiuto è Vincent Lombardi, al timone del traghetto “Thomas Jefferson” della New York Waterway. Poco prima dell’ammaraggio, parte dal molo 79 sul West Side di Manhattan. Trovandosi di fronte a una scena surreale, Lombardi dirotta l’imbarcazione per raggiungere l’Airbus, recuperando 56 passeggeri.

Nel complesso, tutte le persone a bordo dell’aereo sono tratte in salvo, 143 da 14 traghetti della New York Waterway, 12 dalla Guardia Costiera e dai Vigili del Fuoco. Nessun morto o ferito grave.

Dopo il 15 gennaio 2009, fra omaggi e accuse

Definito “l’ammaraggio meglio riuscito della storia”, l’allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush chiama personalmente Sullenberger per ringraziarlo e complimentarsi con lui. Il suo successore, Barack Obama, eletto due mesi prima del “Miracolo sull’Hudson”, invita il comandante alla cerimonia per il suo insediamento presidenziale il 20 gennaio 2009. Michael Bloomberg, sindaco di New York dal 2001 al 2013, gli consegna una nuova copia delle chiavi della città.

Agli omaggi del mondo politico si aggiungono quelli della rivista Time, che inserisce Sullenberger tra le 100 persone più influenti del 2009 nella sezione Heroes & Icons, in seconda posizione dopo Michelle Obama.

Nonostante l’impresa storica, Sullenberger è messo sotto inchiesta. Secondo l’accusa, il pilota avrebbe potuto atterrare in uno degli scali suggeriti dalla torre di controllo, evitando così di ammarare. Le numerose simulazioni tentate in seguito, però, confermano la decisione di Sullenberger: l’Hudson era l’unica “pista di atterraggio” possibile per scongiurare lo schianto.

Dal pensionamento al film Sully

Sullenberger si mette ai comandi di un aereo di linea per l’ultima volta un anno dopo il “Miracolo”, percorrendo la tratta da Fort Lauderlade, in Florida, a Charlotte, la stessa destinazione del volo 1549.

In seguito pubblica due libri, Highest Duty: My Search for What Really Matters nel 2009 e Making a Difference: Stories of Vision and Courage from America’s Leaders nel 2012. Dal primo, scritto con l’autore e giornalista Jeffrey Zaslow, è stato tratto Sully, film del 2016 diretto da Clint Eastwood e con protagonista Tom Hanks.

 

Dopo quindici anni dal “Miracolo sull’Hudson”, il capitano Sully, passeggeri ed equipaggio si ritrovano periodicamente per ricordare quel 15 gennaio e raccontare come sono cambiate le loro vite da quel giorno.

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