Merkel e Schulz dicono sì alla Grosse Koalition. Spartiti i ministeri

E’ arrivato all’alba l’accordo tra Cdu-Csu e Spd per la formazione del nuovo Governo. Ad annunciarlo il sito del settimanale Der Spiegel, secondo cui sarebbe stata concordata anche la ripartizione dei ministeri. La conferma ufficiale non ha tardato: «Abbiamo un accordo di coalizione che significa cose positive per moltissimi cittadini» annuncia il capo della delegazione Merkel, Peter Altmaier. Il partito della Cancelliera avrebbe così ceduto ai socialdemocratici la guida degli Affari Esteri ed i portafogli Finanze e Lavoro. Nuovo ministro degli Esteri – fa sapere Bild – sarà proprio Martin Schulz.

Ancora troppo presto per cantar vittoria, perché la Grosse Koalition dovrà essere accettata tramite referendum dai circa 450.000 iscritti al Spd. La consultazione dovrebbe durare tre settimane. Solo tra un mese si conoscerà l’esito. Più restii i Jusos, i «giovani», che sono particolarmente ostili all’alleanza con la Cdu e che poco più di tre settimane fa, al congresso straordinario del partito, hanno votato no alle trattative.

Ad essere risolti in queste 24 ore no-stop due nodi cruciali: la sanità ed i contratti di lavoro. D’ora in poi si tornerà al sistema per cui i contributi assicurativi del trattamento sanitario saranno condivisi in ugual misura tra datore di lavoro e lavoratore. Esultano i socialdemocratici anche per l’intesa che limita i contratti di lavoro a tempo determinato e l’aumento degli onorari dei medici delle mutue pubbliche al livello di quelli dei loro colleghi delle casse malattia private. Concordato anche il ricongiungimento familiare dei migranti con un limite di 1000 persone al mese e l’impedimento di aumento dell’aliquota massima di imposta.

Altro annuncio è arrivato ad inizio settimana: l’ok dei socialdemocratici all’incremento dei contributi all’Ue. «Ci batteremo per gli investimenti – ha detto il leader di Spd – e per rafforzare i diritti dei lavoratori ed il ruolo centrale del Parlamento europeo».

Se la coalizione ricevesse un no, si prospetterebbero solo due alternative: un governo Merkel di minoranza o nuove elezioni. (cs)

 

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