Cinema e conflitti, quelle guerre che contano per noi

 

 

Nascere dalla parte giusta del mondo. Non capita a tutti e, spesso, non ci si rende neppure conto della fortuna che si ha.

Nascere dalla parte giusta del mondo significa camminare per strada senza aver paura di dove mettere i piedi, o svegliarsi di notte per il caldo e non per il rumore sordo di una bomba che esplode.

Significa soprattutto non pensare che in qualche altra parte nel mondo la guerra esista davvero. Precisamente solo nel mese di giugno nel mondo sono stati 2089 le battaglie, 1006 le violenze ai danni dei civili, 3035 le esplosioni, 931 le sommosse, 3677 le proteste e 451 gli sviluppi strategici.

Quattro continenti. Oltre un centinaio di Paesi. Il mondo è ancora teatro di conflitti spesso brutali, insanabili. Non ci sono più trincee, né battaglie campali o terreni di scontro decisivi. Negli ultimi sessant’anni il modo di fare la guerra è cambiato radicalmente.

Così i conflitti vengono percepiti come un qualcosa che non ci appartiene. Mai.

Alcuni dei conflitti in corso, raccolti da ACLED

La guerra raccontata nei film

La guerra che conosciamo bene noi è quella raccontata dalle pellicole. Il cinema ne ha tratto ispirazione per insegnare valori che le generazioni successive alle due guerre mondiali non hanno mai conosciuto. In pochi forse non conoscono il comandante John Miller, protagonista del film pluripremiato Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg che, in compagnia di altri quattro soldati, reduci del tragico sbarco in Normandia, sfida le linee nemiche per salvare il giovane compagno di armi. Miller, che prima delle guerra era un insegnante di letteratura, è un uomo la cui vita è stata letteralmente stravolta da un conflitto in cui perderà la vita. Le immagini di città, villaggi distrutti e civili ostaggio della paura ripropongono la guerra a chi non l’ha mai vissuta.

Alla guerra del Vietnam prende parte Forrest Gump, quel ragazzino cresciuto in Alabama che aveva vissuto cercando di superare i suoi limiti.

Candidato a sette nomination agli Oscar, American Sniper è basato sull’omonima autobiografia di Chris Kyle e racconta la vita di un giovane ragazzo del Texas che decide di arruolarsi nei Navy SEAL, il famoso corpo d’élite della Marina degli Stati Uniti.

Più recente è Dunkirk, un film del 2017 diretto da Christopher Nolan. Ambientato durante la seconda guerra mondiale, racconta dell’evacuazione di Dunkerque nel maggio del 1940.

Anche in alcune pellicole Disney si trovano continui riferimenti ai conflitti, come nel celebre Pomi d’ottone e manici di scopa, ambientato nella Seconda Guerra Mondiale. Charlie, Carrie e Paul arrivano a Pepperinge Eye per sfuggire ai bombardamenti di Londra e ad accoglierli c’è l’apprendista strega Miss Eglantine Price.

Anche nella saga de Le cronache di Narnia i fratelli Pevensie, Lucy, Susan, Edmund e Peter, vengono allontanati dalla capitale britannica e affidati al professor Digory Kirke.

La guerra vera: dall’Europa all’Asia il (nostro) è ancora un mondo di conflitti

Dalle ultime tensioni tra l’Iran, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti nello stretto di Hormuz, alla Siria, alla guerra dimenticata in Yemen.

Il Medio Oriente è l’area del pianeta più martoriata dai conflitti e dalle guerre civili. Coinvolti diversi Paesi Iran, Arabia Saudita, Israele. Gli interessi politici s’intrecciano con istanze religiose che stringono in una morsa di paura, di costante tensione e morte milioni di civili. Iniziata nel 2013, ciò che resta della guerra intrapresa dagli Stati Uniti, guidata da Bush Junior assieme ai Paesi alleati, continua a mietere vittime in Afghanistan e in Iraq. Stati ancora privi di governi stabili e di una democrazia che i maggiori Paesi occidentali hanno preteso di esportare e radicare sul territorio.

In Asia i conflitti sono molteplici. Uno fra tutti è quello che vede contrapposti nel remoto Stato del Rakhine in Myanmar i militari birmani ai civili della minoranza musulmana Rohingya. Tra le fiamme, dai numerosi villaggi nel nord est del Paese sono fuggite oltre 700mila persone verso il vicino Bangladesh. Uomini, donne, bambini che a piedi hanno attraversato fiumi e foreste per cercare rifugio in un altro Stato tra il 2015 e il 2017. Un’ombra ha oscurato il Premio Nobel per la Pace e difensore dei diritti umani San Suu Kyi. Ma i dati riportati e aggiornati giorno per giorno da Acled ci dicono che anche in Indonesia, Pakistan, India sono frequenti attentati, episodi di violenza, repressioni e violazioni sistematiche dei diritti umani.

Se c’è un continente, in cui il numero di conflitti è ancora molto alto, e ci sono vasti territori frammentati, divisi dagli scontri etnici e ostaggio dei signori della guerra, è l’Africa. Dalla Repubblica Democratica del Congo, costretta oggi ad affrontare anche il ritorno di Ebola, al Cameroon, all’Etiopia dove la recente fine della guerra con l’Eritrea ha riaperto la ferita dello scontro tra il gruppo etnico Sidama e le forze di sicurezza per ottenere l’autonomia.

Guerra non meno sanguinosa di tante altre, alle porte del Vecchio Continente, è quella dell’Ucraina orientale. Dopo gli scossoni della Rivoluzione Arancione, nell’Est del Paese un gruppo di manifestanti armati si è impadronito di alcuni palazzi governativi nelle regioni di Donec’k, Luhans’k, e Charkiv per chiedere e ottenere l’autonomia del Donbass. A cinque anni dalla guerra civile in Ucraina è stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco lo scorso 21 luglio. Nonostante l’intesa, i combattimenti tra le forze governative e i ribelli separatisti continuano, dopo aver mietuto oltre 10mila vittime dal 2014.

Il lavoro di ricerca che abbiamo utilizzato in questo servizio è basato sul progetto ACLED, che si occupa di raccolta, analisi e mappatura dei conflitti.

 

@bea_barbato e @ChiaraColangel7 on twitter

 

 

 

No Comments Yet

Leave a Reply