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“LIBERATION DAY”: AL VIA I DAZI RECIPROCI SULLE IMPORTAZIONI VOLUTI DA TRUMP

Il presidente americano Donald Trump continua la sua politica economica aggressiva. Il 2 aprile è fissato l’annuncio ufficiale dei dazi doganali reciproci degli Stati Uniti sulle merci importate dal resto del mondo. L’obiettivo delle nuove misure è quello di rafforzare l’economia americana e di riscrivere il commercio mondiale con regole targate bandiera a stelle e strisce.

LA CERIMONIA

Il 2 Aprile è stato ribattezzato da Donald Trump il “Liberation Day” anche se a celebrare le nuove misure è soltanto l’amministrazione repubblicana. Per il resto del mondo, la giornata, meglio conosciuta come “Giorno dei dazi”, si preannuncia drastica, con effetti pesanti sull’economia dei singoli Paesi, oltre che ripercuotersi negativamente anche sull’America, almeno nel breve periodo.

Donald Trump durante la campagna elettorale del 2024

È in programma alle 16.00 (22.00 ora italiana) l’annuncio dei dazi. Non si tratta di un semplice ordine esecutivo firmato, come di consuetudine, nel suo Studio Ovale. Ma di una cerimonia nel Giardino delle Rose della Casa Bianca, con la partecipazione della squadra amministrativa di Trump al completo. L’evento è stato organizzato per festeggiare in pompa magna una delle azioni che rimarranno nella storia del secondo mandato di Trump. Anche la data scelta per l’annuncio non è casuale. Il tycoon voleva che il pacchetto di misure fosse preso sul serio e per allontanare qualsiasi dubbio di scherzo dovuto al “Pesce d’Aprile” del primo del mese, ha deciso di far slittare il tutto al 2 Aprile.

LE MISURE

Ad essere introdotti sono nuovi dazi doganali reciproci, ovvero calibrati per ogni Paese in base alle barriere commerciali alzate da ognuno di questi sulle merci americane. Dazi reciproci perché «quello che fanno a noi, lo faremo a loro», ha dichiarato Trump. Il presidente ha poi assicurato che le misure saranno “gentili” e che saranno «molto più generosi di quelli che sono stati imposti a noi nel corso dei decenni».

Il presidente americano Donald Trump nello Studio Ovale

Secondo la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, si tratta di misure volte ad «annullare le pratiche sleali che hanno derubato il nostro paese per decenni. È tempo di reciprocità ed è tempo che un presidente intraprenda un cambiamento storico per fare ciò che è giusto per il popolo americano”. Leavitt ha poi proseguito dicendo che i dazi «saranno efficaci immediatamente» dopo l’annuncio. Il pacchetto di misure vuole rafforzare il Made in Usa, riallacciandosi allo slogan American First, pilastro della campagna elettorale del tycoon. Le tariffe colpiranno, secondo Trump, «un’ampia gamma di Paesi», compresi alleati come Unione europea, Canada e Messico.

I DAZI SULLE AUTO

Uno dei settori più esposti alle nuove misure economiche è quello della auto, che fino all’ultimo ha premuto sulla Casa Bianca per chiedere dazi moderati. In particolare, General Motors, Ford e Stellantis avrebbero chiesto di lasciar fuori dalle azioni almeno le componenti a basso costo come cavi elettrici, guaine e schermi. Nonostante ciò, il 3 aprile entrano in vigore le già annunciate barriere del 25% sulle auto importate e sulle componenti realizzate all’estero.

I DAZI GIÀ INTRODOTTI

I dazi reciproci e quelli sulle auto andranno ad aggiungersi a quelli già introdotti, tra cui i dazi del 25% che gli Usa già applicano sulle importazioni di acciaio e alluminio. A questi, l’Ue ha risposto con tariffe del 50% su whisky americano, motociclette e motoscafi da inizio aprile. Da metà mese, invece, su gomme da masticare, pollame, semi di soia e altri beni. Il Canada ha risposto con tariffe su 20,6 miliardi di dollari di beni importati dagli Stati Uniti.

LA REAZIONE DELL’UE
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea

La presidente Ursula von der Leyen, intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo del 31 marzo ha commentato le misure: «Questo scontro non è nell’interesse di nessuno: quella tra l’Ue e gli Usa è la relazione commerciale più grande e prospera al mondo e staremmo tutti meglio se potessimo trovare una soluzione costruttiva. Allo stesso tempo, deve anche essere chiaro: l’Europa non ha iniziato questo scontro». Ha poi proseguito: «I dazi sono tasse che saranno pagate dalla popolazione. Alimenteranno solo l’inflazione, esattamente l’opposto di ciò che vogliamo ottenere. Le fabbriche americane pagheranno di più per i componenti prodotti in Europa». Ha poi sottolineato che questo pacchetto «costerà posti di lavoro, creerà un mostro burocratico di nuove procedure doganali e sarà un incubo per tutti gli importatori statunitensi».

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