La mattina di giovedì 30 novembre, Israele e Hamas hanno raggiunto un nuovo accordo. Prolungato il cessate il fuoco per il settimo giorno. Con lo scopo di continuare le delicate trattative per lo scambio di prigionieri, che ieri hanno portato al rilascio di 16 ostaggi e di 30 palestinesi.
Nel frattempo, tre civili israeliani sono rimasti uccisi in un attacco terroristico alle porte di Gerusalemme.
I negoziati
Il termine stabilito nell’ultima tregua era alle 7 di mattina ore locali. Poi proiettili e bombe avrebbero ripreso a volare su Gaza. Un’ora prima della deadline, però, è arrivato l’annuncio. « La pausa operativa proseguirà alla luce degli sforzi dei mediatori per continuare il processo di rilascio degli ostaggi e nel rispetto dei termini pattuiti».
The operational pause will continue in light of the mediators' efforts to continue the process of releasing the hostages and subject to the terms of the framework.
— Israel Defense Forces (@IDF) November 30, 2023
Il breve comunicato, diffuso dai canali della IDF (Israel Defense Forces), è stato poi confermato anche da Hamas. Un’estensione – per ora – di altre 24 ore, anche se la tempistica non è stata confermata da Tel Aviv.
Il ministro degli Esteri del Qatar Majed al-Ansari, uno dei principali artefici della tregua in corso, ha confermato la durata. «Le parti palestinese e israeliana hanno raggiunto un accordo sull’estensione della pausa umanitaria nella Striscia di Gaza per un ulteriore giorno sotto le attuali condizioni. Che sono la cessazione di qualunque attività militare e l’ingresso indisturbato di aiuti umanitari a Gaza». Un accordo, ha aggiunto al-Ansari, stipulato anche grazie al lavoro di Egitto e Stati Uniti.
È stata una vera e propria corsa contro il tempo. La prima offerta da parte di Hamas – sette tra donne e bambini più i corpi di altri tre– sarebbe stata mandata al mittente da Netanyahu. Tanto che i miliziani avevano allertato i miliziani delle loro Brigate Al-Qassam: «Siate pronti al combattimento in questi ultimi momenti di tregua». Il governo israeliano, comunica l’ufficio del primo ministro, ha poi ricevuto una nuova lista di ostaggi che Hamas era disposto a liberare. Questa volta il premier ha accettato. Il numero di persone coinvolto non è stato specificato.
Per ora l’organizzazione palestinese ha rilasciato 102 delle 240 persone catturate il 7 ottobre. In cambio ha ottenuto la liberazione di 210 palestinesi dalle carceri israeliane.
L’attentato a Gerusalemme
Intorno alle 7.40 di mattina, nella periferia di Gerusalemme vicino alla cosiddetta Givat Shaul junction si sente un rumore di spari.
Update To The Jerusalem Shooting Terror Attack – This morning, at approximately 07:40, reports were received of gunfire at the Givat Shaul junction on the outskirts of Jerusalem pic.twitter.com/OtXgym8DWi
— Israel Police (@israelpolice) November 30, 2023
Secondo quanto riporta la polizia israeliana, due uomini con armi automatiche escono da un veicolo e aprono il fuoco verso la vicina fermata dell’autobus. È l’ora di punta. Le forze dell’ordine irrompono sulla scena, ma due soldati della IDF hanno già ucciso i due attentatori, che i servizi segreti interni dello Shin Bet hanno individuato come miliziani di Hamas residenti nella parte est di Gerusalemme. Per ora il bilancio provvisorio è di sedici feriti, di cui tre gravi, e tre morti. Si tratterebbe di un uomo e una donna oltre i 70 anni, e una giovane di 24 anni.
Il commento del ministro della Sicurezza israeliano Itamar Ben Gvir non lascia molto spazio a speranze future di pace. «Questo tipo di incidenti dimostra ancora una volta che non possiamo mostrare debolezza, che dobbiamo parlare con Hamas solo con la guerra».