Il Regno Unito approva il piano Ruanda, Onu: “Un pericoloso precedente”

Il Parlamento britannico ha approvato un disegno di legge, il cosiddetto piano Ruanda, che consentirebbe al governo di inviare i rifugiati in Africa per l’elaborazione delle loro richieste d’asilo. Questa mossa, parte degli sforzi del Primo Ministro Rishi Sunak per contrastare l’immigrazione illegale e smantellare le reti criminali che facilitano i pericolosi attraversamenti della Manica, ha sollevato numerose critiche per le sue implicazioni sui diritti umani.

Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha detto che tale politica potrebbe creare un pericoloso precedente globale. Il Consiglio d’Europa ha invitato il Regno Unito a rinunciare al suo controverso programma. Lo stesso vale per Amnesty International. L’associazione ha condannato la legge definendola “una macchia sulla reputazione morale del Regno Unito e un’offesa alle protezioni legali internazionali”.

Un piano alto nei costi e lungo nei tempi

Già lo scorso febbraio, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, aveva ribadito quanto fosse preoccupante privare un gruppo di persone dellaprotezione della legge. I portavoce dell’organizzazione hanno avvertito che le stesse compagnie aeree e le autorità aeronautiche potrebbero essere considerate complici del ritorno forzato dei rifugiati dal Paese. La Corte ha evidenziato che il Ruanda non può essere ritenuto un luogo sicuro per i richiedenti asilo. Sarebbe infatti molto alto il rischio che possano essere rimandati negli stati dai quali sono fuggiti e che possano subire persecuzioni o torture.

Il primo ministro britannico Rishi Sunak (Reuters)

Dopo numerosi tentativi di blocco giudiziario e l’investimento di milioni di sterline, l’accordo con lo Stato africano non ha ancora portato alcun risultato. Il governo conservatore aveva già proposto il disegno di legge due anni fa per affermare la sovranità del Parlamento britannico e superare le restrizioni imposte dai tribunali europei. Nonostante le solide intenzioni, ha affrontato ritardi dovuti a processi legislativi prolungati e potrebbe ancora essere oggetto di sfide legali future.

Dall’Europa, tutti in Africa

Il Regno Unito, già attraverso Brexit, aveva esplicitato l’intenzione di proteggere i suoi confini. Il piano è stato creato appositamente per scoraggiare l’immigrazione irregolare, in particolare con quella con piccole imbarcazioni. Intanto, mentre vengono curate le ultime “cuciture” burocratiche, alcune fonti del Ministero degli Interni avrebbero già identificato il gruppo di richiedenti asilo che faranno parte della prima tranche, in partenza per l’Africa orientale a luglio

Il tema sarà uno dei punti centrali delle prossime elezioni previste entro la fine di quest’anno, accendendo un dibattito che potrebbe cambiare radicalmente il panorama politico britannico. Ma anche il panorama tedesco non sembra essere dei migliori. Nei mesi scorsi l’intero Paese si era rivoltato contro il partito di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland). La loro linea politica prevedeva infatti una strategia di “remigrazione”, ovvero l’espulsione di stranieri di etnia non-europea e la loro deportazione forzata in uno “stato modello” in Nord Africa. Un modus operandi simile che rischia, ancora una volta, di rievocare alcuni brutti ricordi del passato.

 

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