Uno scontro tra gang rivali, avvenuto in un carcere femminile in Honduras martedì 20 giugno, ha causato la morte di 46 donne. Tuttavia, secondo quanto riferito dal portale honduregno “El Heraldo”, non esiste ancora un rapporto ufficiale sul numero di feriti e di vittime.
La strage si è compiuta nell’Istituto di Tamara, 25 chilometri a nord dalla capitale honduregna, Tegucigalpa. Il caos sarebbe scoppiato quando alcune detenute hanno chiuso le donne della gang rivale nelle celle, dando poi fuoco ai locali. Altre, invece, sono state crivellate da colpi di pistola, introdotte illegalmente in carcere. Non è la prima strage carceraria nel paese, dove nel 2012 un incendio ha causato 361 vittime, un bilancio mai raggiunto altrove.
La strage in Honduras
All’interno del carcere di Tamara sono recluse circa 900 donne. Nella giornata è esplosa la tensione tra detenute appartenenti a due gang rivali, la Barrio 18 e la Mara Salvatrucha (MS-13). E la situazione è presto sfuggita di mano.
Gli scontri hanno visto l’utilizzo di armi da fuoco, introdotte illegalmente all’interno del carcere. Da tempo l’istituto di Tamara era sotto i riflettori delle istituzioni per la facilità con cui venivano introdotti al suo interno oggetti proibiti, tanto che era stata aumentata la sorveglianza. Ma questo non ha fatto che far salire la tensione delle persone recluse, che hanno dato il via alla rivolta. Diverse donne sono morte sotto i colpi di arma da fuoco, altre hanno perso la vita nell’incendio appiccato durante il caos. Fuori dall’istituto sono accorse molte famiglie delle detenute, alla disperata ricerca di notizie sulle loro care. Alla fine il bilancio è stato di 46 vittime, oltre che diverse persone ricoverate in condizioni gravi.
I precedenti in altre carceri
Non è la prima volta che l’Honduras è teatro di una tragedia carceraria. Nel 2012 nel carcere di Comayagua è scoppiato un incendio che ha causato il più alto numero di vittime nel mondo all’interno di un istituto penitenziario: 361 persone.
Sempre restando nella regione, nel 2017 in un centro di reclusione del Guatemala una rivolta a base di materassi incendiati era costata la vita a 41 persone, morte per intossicazione. Ma le stragi carcerarie non sono entrate solo nella cronaca dell’America centrale. Solo tre anni fa, nel marzo 2020, le carceri italiane sono state testimoni della peggiore strage di detenuti della storia repubblicana italiana. 13 detenuti sono morti tra Modena, Rieti e Bologna durante le rivolte a causa delle restrizioni dovute al coronavirus. La causa ufficiale è stata un’overdose da metadone dopo l’assalto alle infermerie delle carceri, ma sui quei decessi rimangono ancora molte ombre.