Gran Bretagna, rimandato voto per accordo sulla Brexit

Il voto in Camera dei Comuni per la ratifica dell’accordo sulla Brexit è stato rinviato da martedì 11 dicembre a data da destinarsi. La premier Theresa May tornerà a Bruxelles per cercare di ottenere un supplemento negoziale sulla Brexit e per respingere il ‘backstop’, il meccanismo di garanzia per le frontiere irlandesi. La decisione è stata presa oggi dalla premier a seguito di una riunione con i colleghi di governo. «L’accordo sarebbe rigettato con ampio margine», si è giustificata, travolta da urla e risate dei Parlamentari in Camera dei Comuni.

La leader Tory ha ignorato la sentenza emessa in mattinata dalla Corte di giustizia dell’Ue. «Il Regno Unito è libero di revocare in modo unilaterale la Brexit». Queste le parole dei giudici europei. La Gran Bretagna potrebbe infatti restare nell’Unione mantenendo il suo status di Stato membro, a patto che la revoca venga presentata prima del 29 marzo 2019, data dell’entrata in vigore dell’accordo Brexit. Dopo il ricorso di un gruppo di politici e attivisti scozzesi pro ‘remain’, speranzosi nella possibilità di poter ancora cambiare rotta, la Corte Suprema scozzese aveva chiesto ai giudici europei di esprimersi sulla questione nel minor tempo possibile.

La settimana appena iniziata è difficile per May. La decisione di continuare a contrattare con Bruxelles è l’ultimo disperato tentativo di evitare una pesante sconfitta per il Partito Conservatore e, forse, una crisi di governo. Nelle scorse settimane, la premier aveva cercato di convincere Westminster che il suo accordo con Bruxelles fosse il migliore possibile tra quelli che l’Ue era stata disposta a offrire al Regno Unito. La leader aveva fatto appello all’interesse nazionale e, rivolta ai membri dissidenti della sua stessa ala, alla disciplina di partito e di coalizione. Ma senza successo. «Il mio accordo o le elezioni anticipate», aveva minacciato May. La seconda opzione potrebbe prevedere l’arrivo a Downing Street di Jeremy Corbyn, che revocherebbe la Brexit. Il leader labourista ha recentemente fatto sapere d’essere pronto a subentrare a Downing Street anche in mancanza di nuove elezioni. Mentre, ben tre ex ministri brexiteers, Boris Johnson, Dominic Raab ed Esther McVey, che si sono dimessi in disaccordo sulla linea di May, durante delle interviste tv hanno dichiarato di escludere una loro candidatura.

«L’Ue è stata molto chiara sul fatto che non vuole riaprire l’accordo di divorzio» aveva dichiarato il Segretario di Stato per gli affari esteri Jeremy Hunt «Questa è l’ultima offerta, e la migliore. i offre la maggior parte delle cose per le quali avevamo votato. Se non cogliamo questa opportunità, i rischi sono reali».

(d.b)

 

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