In Germania, lo sciopero degli agricoltori sta scuotendo il paese. Dall’8 gennaio, lunghe code di trattori hanno bloccato strade e autostrade tedesche per protestare contro i tagli ai sussidi annunciati dal governo. Un provvedimento che, ancora una volta, sottolinea il malcontento e la profonda polarizzazione politica della Germania post-Merkel.
Tagli e debito pubblico
A dicembre, il governo federale tedesco di Olaf Scholz, insieme ai liberali e ai verdi, ha deciso di tagliare alcune sovvenzioni destinate al settore agricolo. Nello specifico, il trattamento preferenziale sulla tassa dei veicoli agricoli e l’agevolazione sulla benzina diesel usata nelle macchine agricole.
L’impopolare decisione è stata presa da Berlino per far fronte ad una crisi di bilancio annunciata dalla Corte Costituzionale nel mese di novembre. Una voragine di 60 miliardi, che si potrà risanare solo attraverso tagli e aumenti di tasse, e non attingendo ad altri fondi, per via della reintroduzione del tetto al debito pubblico, in vigore dal 2009 e sospeso negli anni della pandemia.
L’Unione tedesca dei contadini non scende a compromessi
Nonostante il settore agricolo tedesco sia “fortemente” sovvenzionato dallo stato, ricevendo 2,4 miliardi di euro ogni anno, l’Unione tedesca dei contadini (DBV) non sembra voler scendere a compromessi. Il sussidio sui veicoli e lo sgravio fiscale sul gasolio è stato percepito come un attacco, da parte dello stato, nei confronti di un settore che contribuisce circa all’1% del PIL del paese. Il governo Scholz, con il consenso ai mini storici, ha tentato di raggiungere un compromesso, proponendo di dilazionare le misure nel tempo. Ma per il momento il DBV non ha fatto marcia indietro. Inoltre, nei giorni scorsi, altre categorie di lavoratori si sono unite alle proteste, ultima tra le quali il settore ferroviario. In generale, lavoratori e aziende tedesche, sembrano riflettere il malessere di un paese che deve fare i conti con la crisi energetica, il rallentamento della crescita e il peso dell’aumento delle tasse, dovute a nuovi regimi normativi.
Le proteste e gli estremisti di destra
“Niente agricoltori, niente cibo, niente futuro”. Questo uno degli slogan presenti sugli striscioni affissi sui 5000 trattori diretti verso Monaco di Baviera. La protesta degli agricoltori sta paralizzando il paese bloccando strade, porti, ma anche interi stabilimenti come quello della Volkswagen di Emden.
Il presidente della DBV, Joachim Rukwied, ha dichiarato: “Chiediamo ai cittadini di comprendere, non vogliamo perdere il sostegno che stiamo ricevendo”. Inoltre, Rukwied ha anche aggiunto che non permetterà agli estremisti di destra di rivendicare o sfruttare le proteste per i loro interessi politici. Una situazione che, però, si sta già verificando con infiltrazioni di estremisti nelle manifestazioni con il fine di “attaccare e diffamare lo Stato”, ha dichiarato la ministra dell’Interno Nancy Faeser. Diversi esponenti dei partiti di estrema destra tedesca hanno espresso la loro solidarietà nei confronti dei lavoratori, insinuando anche teorie complottiste contro l’attuale governo.
A cura di Vittoria Fassola