FIFA 2030: i Mondiali del centenario in Spagna, Portogallo e Marocco

Nel pomeriggio di mercoledì 11 dicembre è arrivata l’ufficialità della FIFA sulle assegnazioni per le prossime due edizioni del torneo iridato. Il Mondiale 2030, l’edizione del centenario, sarà il più diffuso di sempre: le partite si disputeranno in 6 nazioni e in 3 continenti dall’8 giugno al 21 luglio. I Mondiali 2034 in Arabia Saudita, unica candidatura per l’evento appoggiata da 170 federazioni, saranno la prima edizione a 48 squadre ospitata da un solo Paese.

L’edizione del centenario

Con una videoconferenza straordinaria la FIFA ha ratificato l’assegnazione del Mondiale 2030 alla candidatura coordinata di Spagna, Portogallo e Marocco, con il contributo di Argentina, Paraguay e Uruguay per le tre partite inaugurali. L’edizione del 2030 celebra la centenaria storia della competizione e del calcio sudamericano: nel 1930 l’Uruguay aveva ospitato e vinto la prima edizione del torneo, l’Argentina era stata l’altra finalista, mentre il passaggio in Paraguay perché sede della Conmebol, prima e allora unica federazione calcistica esistente.

Non ha nascosto la sua soddisfazione Cristiano Ronaldo che, in seguito all’annuncio dell’assegnazione, ha espresso tutto il suo entusiasmo per un traguardo importante per la sua nazione, che ospiterà per la prima volta nella sua storia la massima competizione di calcio. “Un sogno che diventa realtà. Il Portogallo ospiterà il Mondiale del 2030, e questo ci riempie di orgoglio. Sarà la Coppa del Mondo più speciale di sempre“. Sono anche stati presentati lo slogan e i tre ambasciatori del torneo: Yalla Vamos! è lo slogan scelto dal comitato organizzatore, mentre i rappresentanti delle nazioni ospitanti saranno Andrés Iniesta per la Spagna, Luis Figo per il Portogallo e Nourredine Naybet per il Marocco.

Il Mondiale 2030 sarà la seconda edizione di sempre a 48 squadre, ma il coinvolgimento di così tante nazioni cambia già il discorso qualificazione in chiave Italia. Spagna, Portogallo e Marocco assieme alle tre nazioni sudamericane sono già qualificate. L’assegnazione degli slot a Spagna e Portogallo riduce lo spazio disponibile per le nazioni della UEFA, la federazione europea, da 16 a 14.

Un’assegnazione controversa

L’assegnazione dei Mondiali 2034 all’Arabia Saudita, terza nazione asiatica ad ospitare il torneo dopo Giappone-Corea 2002 e Qatar 2022, ha già iniziato a far discutere. Non è ancora stato definito se la rassegna sarà disputata in inverno come nel caso del Qatar, oppure in estate. Stando a quanto riferito dal quotidiano britannico Daily Mail, l’European Leagues, ossia l’organizzazione che riunisce i maggiori campionati europei fra cui la Serie A, sarebbe già sul piede di guerra per opporsi a questa possibilità.

Il presidente della FIFA Gianni Infantino annuncia l’Arabia Saudita come Paese ospitante del Mondiale 2034 (Photo by Harold Cunningham/FIFA)

A poche ore dall’annuncio entusiasta di Infantino è arrivata anche la prima risposta della Federcalcio Saudita che attraverso il proprio numero uno Yasser Al-Misehal, ha comunicato come l’Arabia Saudita sia pronta a prendere in considerazione anche eventualmente l’idea di ospitare i mondiali in estate, sollevando la possibilità di utilizzare tecnologie di raffreddamento degli stadi. “Siamo pronti ad affrontare tutte le possibilità“, queste le parole di Al-Misehal. Il Qatar nel 2022 aveva investito 3 dei 220 miliardi di dollari spesi per ospitare la rassegna solo negli impianti di raffreddamento per i vari campi.

Nella candidatura saudita ci sono 15 stadi distribuiti in 5 città: Abha, Gedda, Khobar, Neom e Riyadh. Undici saranno di nuova costruzione mentre quattro verranno ristrutturati. Tra tutti spicca il King Salman International Stadium, impianto da 92.000 posti che nascerà nel 2029 ed è designato a ospitare la finale.

Una nuova superpotenza

Lo slogan scelto dalla delegazione dell’Arabia Saudita è “Growing. Together”, ovvero “Crescere, insieme”, che si propone di cogliere il parallelo tra la rapida trasformazione dello stato arabo e l’impatto positivo che avrà il torneo sul Paese. Il tutto sarebbe in linea con i piani di trasformazione del governo saudita delineati nella Vision 2030 di Mohammed Bin Salman. Negli ultimi anni attraverso il PIF (Public Investment Fund), il fondo sovrano saudita, il principe ereditario si è assicurato le principali competizioni sportive internazionali. Il Mondiale 2034 è il coronamento di un progetto già tentato dieci anni fa.

Il manifesto di Vision 2030

All’interno della Vision 2030 gli eventi sportivi e gli spettacoli sono da considerare come una nuova arena per l’attività economica e le pubbliche relazioni del regno. Lo sport è considerato uno strumento di trasformazione della società e dell’economia nazionale, parte di una visione a lungo termine. Attraverso le manifestazioni sportive sono stati intensificati di anno in anno gli sforzi per il rinnovamento dell’immagine del paese, compromessa soprattutto dal pessimo stato dei diritti umani e della condizione femminile.

Sono tante le voci critiche che si sono sollevate contro il governo mondiale del calcio e il suo numero uno Gianni Infantino. Negli anni Infantino ha visitato più volte l’Arabia Saudita, forte del legame con il governo dell’emirato. Turki Al-Sheikh, l’attuale presidente dell’Autorità Generale per l’Intrattenimento, ha definito l’italo svizzero “un caro amico del regno”. Dietro l’assegnazione dei Mondiali 2034 si nasconde un nuovo Qatargate?

A cura di Roberto Manella

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