La Cina sta finanziando la costruzione di una ferrovia verso il Laos. Si tratterà di un collegamento ad alta velocità interamente finanziato da Pechino. I binari correranno attraverso foreste incontaminate per 422 chilometri, ma non è solo l’impatto ambientale a preoccupare.
Quelle foreste, come già detto, sono dimora di alcune specie di pipistrelli, gli animali portatori di decine di virus simili al Covid-19, responsabile di aver causato l’ultima pandemia. La Cina è già rea di aver permesso la diffusione di due virus Covid nelle ultime due decadi.
Infrastrutture cinesi e possibili nuove pandemie
Immaginata per accelerare l’esportazione di materie prime verso la Cina, la linea ferroviaria è stata pianificata per correre accanto a una nuova superstrada. Entrambe le infrastrutture vogliono accelerare lo sviluppo e il turismo, al prezzo di generare un nuovo patogeno pandemico.
La ferrovia del Laos ha un costo di 6 miliardi di dollari. È parte dell’Iniziativa della Cintura e della Via della Cina, un insieme di progetti stimati in un budget di oltre 1.000 miliardi, che comprendono 31.000 chilometri di ferrovie e 12.000 chilometri di strade in più di 80 paesi.
Il rischio è acuito dalla profonda integrazione dei pipistrelli nella cultura e nell’economia del Laos. Il governo laotiano accorda concessioni agli operatori che raccolgono guano (gli escrementi di pipistrelli) dalle numerose grotte della regione. Esso è utilizzato come fertilizzante. I pipistrelli sono presenti anche nella dieta dei locali, con gli animali venduti, grigliati e infilzati in numerosi mercati e bancarelle.
Il pericolo di un nuovo salto di specie
Un’analisi Reuters ha identificato condizioni sempre più favorevoli per un zoonotic spillover, ossia il salto di un nuovo virus dagli animali agli esseri umani.
I patogeni dei pipistrelli sono stati la fonte di molteplici crisi sanitarie, compresi i recenti focolai di Ebola, Nipah e Marburg. In quelle occasioni la perdita di alberi e lo sviluppo degli habitat dei pipistrelli hanno creato condizioni che, secondo gli scienziati, facilitano lo spillover.
Durante l’epidemia del 2003 i civetti delle palme dell’Himalaya, i tassi procione e i tassi faina presenti nei mercati della provincia di Guangdong hanno mostrato segni d’infezione da SARS-CoV-1, il virus responsabile della SARS.
L’area ad alto rischio d’infezione da virus dei pipistrelli in Laos è raddoppiata dal 2002 al 2020 a causa del disboscamento. La ferrovia Cina-Laos passa vicino a quasi il 40% degli habitat più ricchi di pipistrelli in Laos, aumentando la minaccia di uno spillover di virus dai pipistrelli all’uomo. La vendita di animali selvatici per il consumo è stata proibita in Cina, ma come già detto è ancora in voga Laos e nei paesi limitrofi.
Il contrabbando di selvaggina
Il traffico illegale di fauna selvatica – sempre secondo Reuters – è motivo di preoccupazione per gli scienziati. Boten, una città vicino al confine con la Cina, è un importante centro di questo commercio illecito. Le leggi cinesi più severe contro il contrabbando, unite al miglioramento dell’infrastruttura che la collega Pechino ai paesi limitrofi, potrebbero peggiorare il fenomeno.
La città di Vang Vieng, circondata da spettacolari formazioni carsiche e popolare tra i turisti, che la visitano per esplorare le caverne ricolme di pipistrelli, è a rischio a causa della crescente industria del cemento, finanziata dalla Cina. Il paesaggio circostante sta subendo un rapido cambiamento, con l’estrazione di calcare per la produzione di cemento che distrugge gli habitat dei pipistrelli.
Insomma, la minaccia di una nuova epidemia sembra sempre più concreta. E mentre il resto del mondo inizia a riprendersi, sia economicamente che socialmente, in Cina si stanno deponendo le basi per una nuova pandemia. Questione di tempo?