Hailemariam Desalegn ha dato a sorpresa le proprie dimissioni sia da premier che da presidente della coalizione di governo, Fronte democratico rivoluzionario del popolo etiope. «Continuerò comunque nel mio ruolo fino a quando la transizione di potere non sarà completata» ha rassicurato. Si attende dunque la riunione di domani, 16 febbraio, per nominare il nuovo primo ministro. A riportarlo l’emittente statale Zami.
«Credo che le domande della gente debbano avere una risposta. Le mie dimissioni sono vitali per procedere con le riforme che possano portare ad una pace ed una democrazia durature». Commenta Hailemariam alla tv, riferendosi agli scontri che perdurano da tre anni: da una parte i Somali, allevatori e pastori; dall’altra gli Oromo etiopi, ormai piccoli produttori agricoli. La competizione per la terra e le risorse sono il motivo di una guerriglia, fomentata da confini territoriali difficili da determinare a causa delle abitudini seminomadi delle due popolazioni.
#Etiopia: premier #Desalegn, mie dimissioni necessarie per favorire #riforme https://t.co/U5D9KGDAe4 Le #proteste si sono intensificate nelle ultime settimane, con centinaia di #manifestanti scesi in strada per chiedere la liberazione dei #prigionieri politici. pic.twitter.com/IWLoORmy06
— Agenzia Nova (@agenzia_nova) February 15, 2018
«I disordini e la crisi politica hanno causato perdite di vite umane e lo sfollamento di molti – ribadisce l’ex premier – la principale ragione per cui ho presentato le mie dimissioni è la convinzione che sia importante essere parte della soluzione». Molte, infatti, le accuse rivolte a questa «debole leadership», incapace di porre fine al problema.
Lo scorso gennaio Desalegn aveva annunciato il rilascio di circa 7.000 detenuti e l’annuncio delle sue dimissioni è arrivato proprio all’ indomani dell’uscita dal carcere di leader politici e attivisti di primo piano. Hailemariam era diventato premier nel 2012 dopo la morte improvvisa di Meles Zenawi, di cui era vicepremier.