Dopo quasi due anni di guerra l’equilibrio politico in Ucraina inizia a scricchiolare. In vista delle elezioni del prossimo maggio 2024, negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli attacchi al presidente Volodymyr Zelensky. Non solo accuse sulla conduzione del conflitto e sulla comunicazione, ma anche una supposta deriva autoritaria.
Il 3 dicembre 2023 il sindaco di Kiev – nonché ex campione di pugilato – Vitalij Klitschko ha attaccato il presidente ucraino prospettando il rischio di una deriva autoritaria per il Paese.
Il caso Poroshenko
Ad accendere la miccia è stato il rifiuto delle guardie di frontiera, venerdì 1° dicembre, per l’uscita dal Paese dell’ex-presidente Petro Poroshenko. Il suo doveva essere un viaggio in Europa occidentale con varie tappe. Tra queste, una visita al premier ungherese Viktor Orban.
Proprio il colloquio con il primo ministro filorusso avrebbe innescato la reazione di Zelensky, che ha ritirato l’autorizzazione all’espatrio del predecessore per evitare Mosca utilizzi l’incontro «nelle sue operazioni informative e psicologiche contro l’Ucraina».
Tra scontri e sospetti
Non è la prima volta, in questi giorni, che Zelensky fa sentire la sua voce. La sensazione che stia tentando di monopolizzare l’attenzione in vista delle elezioni è più che valida. L’ex consigliere presidenziale Oleksij Arestovych intende correre contro di lui. A gennaio aveva dato le dimissioni dopo le polemiche sulla responsabilità del crollo di un edificio colpito da un missile a Dnipro. Il dubbio è che sia “stato dimesso” dalla presidenza.
🚨Breaking: Zelensky announces major new frontline changes after meeting with his general staff in Zaporozhye.
He appears to be signaling the full switch to defensive posture of the AFU, with major fortifications to be built everywhere.
🇺🇦🇷🇺 Zelensky announced large-scale… pic.twitter.com/VAlmyeKUb4
— SIMPLICIUS Ѱ (@simpatico771) December 1, 2023
C’è poi il capo di stato maggiore Valerij Zaluzhnyj, con cui il presidente non ha mai avuto un buon rapporto. Realista, il generale ha sempre contrastato la tattica della “difesa a oltranza” imposta da Zelensky. Per adesso rimane saldo al suo posto, anche perché Zelensky si rende conto di aver bisogno della sua esperienza.
Le insinuazioni di Klitschko
Il sindaco di Kiev è da giorni al centro della polemica a causa dei suoi attacchi frontali al presidente ucraino. L’accusa infamante sarebbe di una deriva autoritaria, che inizia con le recenti epurazioni governative di Zelensky «in nome del contrasto alla corruzione», ma che di fatto stanno solo rafforzando la cerchia di fedelissimi attorno al presidente.
«Possiamo mentire al nostro popolo e ai nostri partner, ma non per sempre», ammonisce Klitschko riferendosi ai troppi silenzi sul reale andamento della guerra, sulle sconfitte e sul prolungarsi del conflitto. Insomma l’assalto frontale del sindaco della capitale rafforza un sentimento popolare che negli ultimi mesi ha preso vigore. Ciò si riflette sulla popolarità di Zelensky, che secondo un sondaggio Gallup è passata dal 70% del 2022 al 60% attuale. La partita presidenziale non sembra poi così scontata.