Per la prima volta in oltre duecento anni di storia il Messico avrà una presidente donna. Claudia Sheinbaum, 61 anni, del partito di sinistra Morena, ha preso circa il 60 per cento dei voti, battendo la rivale della coalizione di destra Fuerza y Corazon por Mexico, Xochitl Galvez, che ha accumulato circa il 28 per cento delle preferenze. I risultati sono stati resi noti dall’Istituto nazionale elettorale (Ine) e confermano le previsioni dei giorni scorsi.
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— Dra. Claudia Sheinbaum (@Claudiashein) June 3, 2024
Passaggio di consegne
Sheinbaum prenderà il posto del suo mentore politico, Andrés Manuel López Obrador, anche chiamato AMLO, alla guida del Paese centroamericano dal dicembre del 2018. Entrambi appartengono alla lista Morena, nata nel 2014 e che alle scorse elezioni ha spodestato i partiti messicani tradizionali per la prima volta dopo ottant’anni.
Sheinbaum ha mosso i primi passi nel mondo politico nel 2000, sfruttando l’appoggio proprio di López Obrador, allora sindaco di Città del Messico. In virtù della sua preparazione scientifica – si è laureata in ingegneria energetica– è stata nominata assessora all’Ambiente della capitale. Nel corso della sua carriera, si è occupata di clima ed è stata membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell’ONU. Nel 2015 Sheinbaum è diventata capo del governo di Città del Messico, dopo aver ottenuto il 48 per cento delle preferenze alle elezioni amministrative.
«Mi ha passato il testimone, e la sua autorità», ha dichiarato recentemente la neoeletta presidente parlando di López Obrador. Ora che ha vinto la sfida elettorale, dovrà fare i conti l’ingombrante eredità del suo predecessore. AMLO ha infatti una personalità molto carismatica ed è molto apprezzato tra la popolazione. Secondo una parte dell’opposizione, esiste il serio rischio che il precedente capo di Stato si comporti come un burattinaio nei confronti della nuova presidente.
Sheinbaum, tuttavia, ha a lungo rivendicato l’autonomia del proprio ruolo e in più di una situazione si è mostrata determinata e intraprendente nei suoi incarichi.
Voto nel sangue
Tra gli argomenti al centro della campagna elettorale c’è la sicurezza. Sotto il governo di AMLO, il narcotraffico ha avuto gioco facile: oltre 180 mila persone sono state uccise, e un numero imprecisato sono disperse. La politica “Abrazos, no balazos” (“Abbracci, non proiettili”), orientata a diminuire la repressione e ad agevolare la crescita in zone meno prospere, non ha sortito l’effetto desiderato dal governo. Sheinbaum, forte dei buoni risultati ottenuti mentre era sindaca di Città del Messico, ha promesso di mettere mano a questo problema.
Durante la campagna elettorale di quest’anno oltre 30 persone coinvolte in politica sono state uccise dai clan narcos nel Paese. Si tratta di un record nella storia delle votazioni messicane. Oltre alle vittime, la società di consulenza Integralia ha contato in questi mesi più di 500 persone soggette ad attacchi violenti per ragioni politiche, e oltre 300 attacchi verbali e minacce rivolte a candidati.
Negli ultimi anni i cartelli criminali hanno messo le mani in politica, corrompendo e minacciando funzionari pubblici ed esponenti di partiti. In questo modo, diversi clan sono riusciti a penetrare in diversi uffici statali e ad accedere ad importanti stanze dei bottoni nel Paese.
Sheinbaum ha affermato che non si discosterà AMLO per quanto riguarda la guerra ai narcos, certa dell’efficacia sul lungo periodo di un atteggiamento non repressivo. «Il Messico ci è già passato, la guerra non serve a niente, genera solo più violenza».