Dublino, manifestanti di estrema destra protestano dopo il ferimento di tre bambini

Autobus incendiato a Dublino

Proteste e scontri hanno infiammato le strade di Dublino nella serata di giovedì 23 novembre. A scatenarli, un gruppo di estrema destra in seguito all’aggressione avvenuta nel pomeriggio a Parnell Square, nel centro della capitale: un uomo sulla cinquantina e armato di coltello ha ferito quattro persone, tra cui tre bambini, all’uscita dell’istituto scolastico Gaelscoil Choláiste Mhuire.

Proteste anti-immigrazione

Stando a quanto riferito dalle forze dell’ordine, a innescare la protesta è stato un gruppo di manifestanti anti-immigrazione dopo la notizia sulla presunta nazionalità algerina dell’aggressore. Dettaglio non ancora confermato dalla polizia, che ha messo in guardia i cittadini sui pericoli della disinformazione, soprattutto dopo le voci circolate sui social media riguardo la cittadinanza del cinquantenne. A questo proposito, la Coimisiún na Meán, l’organo di regolamentazione dei media irlandese, ha contattato le principali piattaforme online dopo l’episodio di Parnell Square. «Il violento incidente di ieri – ha commentato l’ente – ha evidenziato i rischi della disinformazione e della misinformazione per la democrazia moderna». TikTok ha assicurato che da giovedì pomeriggio sta «monitorando da vicino» la piattaforma e che sta «rimuovendo qualsiasi contenuto violi le sue linee guida».

Le forze dell’ordine hanno stimato che circa 200-300 persone si sono radunate in piazza. Oltre agli scontri con gli agenti, si sono verificati numerosi atti vandalici: tre autobus, un tram e undici auto della polizia sono stati incendiati nella zona di O’Connell Street, l’arteria principale della città, mentre tredici negozi sono stati danneggiati e saccheggiati. Tra la folla sono comparsi anche cartelli con messaggi come “mandateli via” e “Irish Lives Matter”. Il bilancio è di 34 persone arrestate nel corso della notte. I vigili del fuoco hanno proseguito le operazioni di messa in sicurezza dell’area anche nella mattina di venerdì.
Resta da chiarire il movente dell’attacco: la polizia non ha ancora accantonato nessuna pista, inclusa quella terroristica.

«Hanno gettato vergogna sull’Irlanda»

«Il fatto che questo terribile incidente sia utilizzato o abusato da gruppi con un’agenda che attacca il principio di inclusione sociale è riprovevole», ha dichiarato il Presidente irlandese Michael Higgins. Le sue parole fanno eco a quelle del Primo Ministro Leo Varadkar: «Le persone coinvolte hanno gettato vergogna su Dublino, sull’Irlanda, sulle loro famiglie e su loro stessi». Il Premier ha aggiunto che intende riformare al più presto la legislazione contro l’odio e che già nelle prossime settimane il governo potrebbe approvare «nuove norme per permettere alla Garda (la polizia irlandese, ndr) di fare un migliore uso delle prove raccolte», modernizzando le leggi esistenti contro l’istigazione all’odio.

Le condizioni dei feriti restano critiche

Delle persone ferite durante l’aggressione, soltanto un bambino di cinque anni è stato dimesso dall’ospedale. Una bambina, anche lei di cinque anni, e l’insegnante di trent’anni intervenuta per proteggere i suoi alunni rimangono in condizioni critiche. Un’altra bambina, di sei anni, ha riportato delle ferite alla testa e dovrebbe essere sottoposta a un intervento chirurgico. Anche l’aggressore, in stato d’arresto, è ricoverato in ospedale.

Scontri anche in Francia durante il ballo d’inverno di Crépol

Anche la Francia è stata scossa da un’esplosione di violenza interna. Teatro dei fatti è stato il piccolo villaggio di Crépol, a pochi chilometri da Grenoble. Durante la notte tra sabato 18 e domenica 19 novembre, mentre la comunità locale stava celebrando il tradizionale “Ballo di Inverno”, un gruppo di dieci ragazzi provenienti da una banlieue di Romans-sur-Isére ha fatto irruzione nella sala. Gli assalitori, imbracciando coltelli e accette da macellaio, hanno iniziato a colpire chiunque capitasse a tiro. Il bilancio è stato di venti feriti, di cui due in prognosi riservata, e un morto, un ragazzo di 16 anni.

Le indagini sono ancora in corso e le autorità non escludono nessuna pista. Ma l’opinione pubblica francese si è già spaccata. Da un lato, c’è chi difende l’idea di una rissa da villaggio, dall’altro, chi parla di vero e proprio scontro etnico. Quest’ultima posizione ha iniziato a prendere piede dopo una testimonianza riportata dal giornale locale Dauphiné secondo cui uno degli assalitori avrebbe gridato «siamo qui per accoltellare dei bianchi».

Le reazioni

La dichiarazione non è di certo passata inosservata a Eric Zemmour, il controverso leader del partito di estrema destra Reconquete. Paragonando la morte del giovane ragazzo francese a quella di Nahel, il diciassettenne di origine algerino-marocchina ucciso da un poliziotto lo scorso giugno, ha dichiarato che quando non si tratta di immigrati «alcuni getteranno un velo di silenzio sul suo assassinio, provocato  da delinquenti di periferia venuti a Crépol per uccidere giovani francesi».

Indipendentemente dallo scontro ideologico, le motivazioni e le dinamiche verranno chiarite solamente dalle autorità. Per ora, ciò che è certo è che, come dichiarato dal Ministro dell’Interno Gérald Darmanin, si tratta di un fallimento generale della società francese.

 

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