Donne e giornalismo, la disparità di genere non risparmia le redazioni

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Nel corso del seminario onlineWhat women want”, organizzato dal Reuters Institute for the Study of Journalism dell’Università di Oxford lo scorso 16 dicembre, sono state analizzate le caratteristiche dell’informazione femminile e il peso delle donne nelle newsroom, che a oggi rappresentano solo il 23% dei direttori delle 200 testate prese in considerazione.

In un anno di grandi stravolgimenti, persistono alcuni trend difficili da invertire. Uno di questi riguarda proprio le disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro, compreso quello giornalistico. Si tratta di uno dei temi al centro del webinar “What women want”, tenuto dal Reuters Institute for the Study of Journalism di Oxford, uno dei centri di ricerca sul giornalismo più importanti al mondo. Presentato dalla direttrice del Journalist Fellowship Programme, Meera Selva, il meeting ha trattato l’atteggiamento delle donne nei confronti dell’informazione e la presenza femminile all’interno dei media.

Organizzato in due parti distinte, il seminario ha prima fotografato lo stato attuale nell’ecosistema del giornalismo, attraverso dati provenienti da circa 200 outlet in 11 Paesi – Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Finlandia, Sud Africa, Kenya, Messico, Argentina, Brasile, Giappone e Corea del Sud -, estrapolati dal Digital News Report 2020 e da precedenti ricerche condotte dall’istituto. Fra i principali aspetti toccati, le relatrici hanno evidenziato i temi rispetto ai quali le donne spendono più tempo per informarsi, i modi e i canali attraverso cui lo fanno e il peso che l’universo femminile ricopre all’interno delle testate. In un secondo momento, l’incontro ha lasciato spazio alla discussione e al confronto fra le speaker presenti.

Come si informano le donne? Le differenze rispetto agli uomini

Basandosi sui dati raccolti, durante il webinar sono state individuate cinque principali discrepanze nei modi in cui le donne e gli uomini si informano e hanno accesso alle fonti. Risulta innanzitutto che gli uomini sono più propensi, rispetto alle donne, ad affermare di essere molto interessati alle notizie politiche. Preferenza che si capovolge, se si analizza l’informazione riguardante due temi centrali, soprattutto nell’anno della pandemia, quali le notizie sulla salute e sull’istruzione. Su questi ambiti, le donne hanno più probabilità di esprimere un alto livello di interesse rispetto al genere maschile. Sotto questo punto di vista, spicca, fra i vari Stati presi in considerazione, il caso del Brasile. Qui, l’81% delle donne si dicono interessate alle news relative all’educazione e alla salute, contro il 72% degli uomini.

Maggior interesse, da parte dell’universo femminile, è stato riscontrato anche per l’informazione legata a programmi e bollettini televisivi. Spostando il focus sui social, se Facebook continua a essere una fonte importante tanto per gli uomini quanto per le donne, YouTube e Twitter restano ancora più popolari fra gli uomini. I commenti alle notizie, per il mondo femminile, sembrano svolgersi più faccia a faccia e in cerchie ristrette, in particolar modo con gli amici e in famiglia. Molto meno probabile, invece, che le donne discutano dei fatti sui siti web di news o sui social media.

Jennifer Psaki, nuova portavoce della Casa Bianca. Foto: Anadolu Agency / Getty Images
Tante giornaliste, poche direttrici

L’aspetto più rilevante del seminario ha però riguardato i numeri relativi alla situazione delle donne all’interno delle redazioni. Stando ai dati raccolti negli scorsi mesi e citati dal Reuters Institute, si registra un’ampia forbice fra le giornaliste assunte e la presenza femminile ai vertici delle organizzazioni. Difatti, se il 40% del totale dei dipendenti nei media considerati è composto da donne, la percentuale di direttrici si ferma al 23%. Guida la lista dei Paesi con meno disparità di genere nelle posizioni apicali, il Sud Africa, con il 47% di direttrici di testate e TV. Ultimo posto per il Giappone, in cui non risulta nessuna donna a capo di enti informativi.

Grafico: Reuters Institute for the Study of Journalism

È inoltre interessante notare come molti Stati che, secondo le ricerche dell’ONU, sono tra i più virtuosi per quanto riguarda la parità di genere, ricoprano invece le ultime posizioni se si considera il settore giornalistico. In un mondo che si avvia verso un futuro incerto, il ruolo dell’informazione si fa sempre più centrale. E con essa, la necessità di eliminare le disuguaglianze all’interno del comparto informativo. “Avere donne al vertice si tradurrà in molti cambiamenti”, ha affermato Ramisha Ali, Reuters Fellow Journalist e corrispondente dell’emittente pakistana Independent Urdu. In questo senso, sottolinea Ali, “i gruppi privati forniscono uno spazio sicuro alle donne e possono essere un grande strumento per le testate giornalistiche”.

Francesco Puggioni

Marchigiano, 23 anni. Mi sono laureato in Scienze Politiche Sociali e Internazionali all’Alma Mater di Bologna, dove ho lasciato un pezzo di cuore. Ora a Milano, al Master in Giornalismo IULM. Coltivo da sempre le mie più grandi passioni: la scrittura e la musica. Collaboro con StartupItalia, scrivo per MasterX e per il sito multiTasca.

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