A23a, l’iceberg più grande del mondo, situato nell’Oceano Antartico, ha ripreso a muoversi. In realtà non aveva mai smesso, ma dopo mesi di rotazione su sé stesso, è tornato alla deriva, diretto verso la costa del Sudamerica.
Un colosso nell’Antartico
Poco più grande della Valle d’Aosta o del Rhode Island, due volte la Grande Londra, cinque volte New York. I termini di paragone si sprecano nel tentativo di rendere ragione delle dimensioni di A23a, l’iceberg più grande del mondo. Con un peso stimato di un miliardo di tonnellate, ogni movimento del colosso di ghiaccio – chiamato anche “Megaberg” – desta interesse.
La storia dell’iceberg comincia nel 1986, quando si stacca dalla banchisa Filchner in Antartide. Rimasto bloccato sul fondale del Mare di Weddell per oltre 30 anni, l’iceberg ha poi iniziato il suo lento viaggio verso nord nel 2020.
Dalla rotazione alla deriva
Nel corso del 2024 Megaberg si era arrestato nel cosiddetto “vicolo degli iceberg”: un tratto di mare dove di solito i grossi iceberg passano velocemente, per dirigersi poi altrove grazie alle correnti. Questo non è accaduto ad A23a che, intrappolato in una corrente, ha cominciato lentamente a vorticare su sé stesso. Le immagini satellitari hanno permesso di quantificare questo moto: l’iceberg completa una rotazione su sé stesso ogni 24 giorni.
Ma negli ultimi giorni il ciclo si è interrotto. A23a è tornato a marciare e continuerà a vagare in direzione nord, verso acque più calde. A dare la notizia sono stati gli scienziati dell’organizzazione britannica Antarctic Survey (BAS). Secondo le loro previsioni, è probabile che l’iceberg raggiunga la remota isola della Georgia del Sud, dove potrebbe sgretolarsi e, alla fine, sciogliersi.
Tra scienza ed ecologia
Lo scioglimento di Megaberg sarà un evento scientificamente interessante da molti punti di vista. Secondo la biogeochimica Laura Taylor, «questi iceberg giganti possono fornire nutrienti alle acque che attraversano, creando ecosistemi fiorenti in aree altrimenti meno produttive». «Ciò che non sappiamo è quale differenza possano fare in quel processo gli iceberg in particolare, le loro dimensioni e le loro origini», osserva.
Un altro tema è dunque l’impatto sull’ecosistema locale. Andrew Meijers, capo scienziato a bordo della nave di ricerca RRS Sir David Attenborough e responsabile scientifico degli oceani polari presso il British Antarctic Survey, afferma: «Ora che è nuovamente in movimento, siamo interessati a vedere se seguirà la stessa rotta degli altri grandi iceberg che si sono staccati dall’Antartide». Insomma, ora che A23a ha lasciato il nido, è tempo di vedere che cosa farà da grande.