La Borsa americana trema, Wall Street apre in calo e il responsabile è «un nerd con una brutta pettinatura». Il suo nome è Liang Wenfeng ed è il nuovo volto dell’intelligenza artificiale cinese con la sua startup Deepseek. Costa meno, funziona con chip meno avanzati e spaventa l’America di OpenAI.
Le origini
La storia di Deepseek comincia nel 2021 quando Wenfeng iniziò ad acquistare unità di elaborazione grafica Nvidia per il suo progetto di intelligenza artificiale. Un progetto sperimentale a tal punto che i suoi soci in affari hanno commentato: «pensavamo che fosse qualcosa di realizzabile solo da giganti come ByteDance e Alibaba». Da outsider del mondo dell’IA a competitor dei colossi. Liang è partito dall’Università di Zhejiang, arrivando nel 2015 a fondare High-Flyer (Huanfang Quantitative), un fondo speculativo che integra l’apprendimento automatico nelle strategie di trading.
Dal trading inizia l’avventura di Wenfeng nel mondo dell’intelligenza artificiale con il lancio nel 2024 di DeepSeek-V2, un modello open-source che ha attirato l’attenzione per il suo modello efficiente e a basso costo. Tanto che il “mago dell’IA”, Emad Mostaque, fondatore di Stability AI, ha dichiarato: «Deepseek può essere paragonato a un Quasi-Iphone che costa solo 30$».
Open Source
“DeepSeek-R1 è online e open source, rivaleggiando OpenAI’s Model o1”. È questa l’headline che compare quando si cerca Deepseek sui motori di ricerca. Poche parole, ma in grado di far tremare la Silicon Valley, gli investitori e anche il Presidente Donald Trump. Ma cosa significa open source e perché è un concetto chiave? In informatica con questo termine si intende un software disponibile a chiunque per l’uso, la modifica e la distribuzione. «Riteniamo che i servizi di intelligenza artificiale debbano essere accessibili e convenienti per tutti» ha affermato Liang Wenfeng, sostenendo la scelta di mantenere Deepseek open-source.
Un modello di IA, quindi, molto simile a OpenAI sia per le funzioni che per il software utilizzato. Nonostante ciò, Deepseek per il momento non sembra essere epurata del tutto dalla censura di Pechino. Quando vengono poste questioni controverse secondo la Repubblica Popolare Cinese, come il massacro di Piazza Tiananmen, si rifiuta infatti di commentare tali questioni.
Limitazioni e innovazione si mescolano così in un chatbot gratuito che si pone come diretto concorrente di OpenAI. Ma anche degli Stati Uniti, che fino ad oggi detenevano l’egemonia nel campo dell’intelligenza artificiale.