Si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime a causa del crollo della diga nei pressi di Braumadinho, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. Sale a 60 il numero di morti accertati e restano ancora disperse 305 persone.
A dare la notizia è stato il portavoce della Protezione Civile, incaricata dei soccorsi: è stato individuato ma non ancora raggiunto un autobus con all’interno un numero imprecisato di corpi. Fino ad ora le persone estratte vive dal fango ammontano a 192, ma le speranze di trovare altri superstiti sono sempre meno man mano che le operazioni di salvataggio vanno avanti.
Sul campo stanno lavorando 200 vigili del fuoco con l’aiuto di 13 elicotteri per sorvolare la zona. Ieri non sono riusciti a trarre in salvo alcun superstite. Le ricerche sono state sospese nel pomeriggio di ieri a causa dell’allerta di un nuovo crollo di una seconda diga mineraria, per poi riprendere questa mattina.
Il cedimento del bacino, che contiene almeno tre milioni di metri cubi d’acqua, nel complesso minerario di Córrego do Feijão è avvenuto nel pomeriggio di venerdì 25 gennaio. L’area si è improvvisamente ricoperta di tonnellate di fango e detriti, numerose case sono state distrutte. Alle 5.30 di domenica mattina la compagnia Vale ha rivelato la pericolosità di un innalzamento delle acque e i soccorritori hanno iniziato subito a evacuare la popolazione dalla zona a rischio.
«Finché non abbiamo rimosso l’ultimo corpo, abbiamo ancora la speranza di trovare sopravvissuti. Anche se sappiamo che più passa il tempo, più sarà difficile» ha spiegato il portavoce dei Vigili del Fuoco. Il ministro per lo Sviluppo regionale, Gustavo Canuto, ha dichiarato: «Ci sono molti dispersi: la probabilità che siano deceduti è cresciuta considerevolmente».