Corea: nessun accordo per ridurre l’inquinamento della plastica

Conclusione amara per il quinto e ultimo ciclo di negoziati a Busan, in Corea del Sud, terminato l’1° dicembre scorso. La speranza era quella di concludere l’anno con il primo trattato internazionale delle Nazioni Unite, per ridurre l’inquinamento causato dalla plastica. Ma, nonostante le ottime premesse, i 178 paesi coinvolti non sono riusciti a trovare un accordo. La causa principale è stata l’opposizione dei massimi produttori di petrolio, la principale materia prima della plastica.

Il negoziato nello specifico

I rappresentanti si sono scontrati su tre punti critici: ridurre la produzione globale di plastica, definire un elenco di prodotti e molecole considerati pericolosi per la salute, e finanziare i paesi in via di sviluppo per aiutarli ad elaborare sistemi efficaci di gestione dei rifiuti.

Un pannello pubblicitario avvisa sui pericoli connessi alla plastica

L’iniziativa era iniziata nel marzo del 2022, quando 175 paesi avevano sottoscritto in Kenya l’impegno di adottare un documento internazionale sulla plastica entro il 2024. Il trattato avrebbe regolamentato meglio un settore che non ha ancora ben definito delle regole comuni per lo smaltimento dei rifiuti. Purtroppo, le molteplici conferenze contro il cambiamento climatico ci hanno abituato alla dura realtà: è difficile mettere d’accordo così tanti paesi riguardo le modalità di risoluzione dei problemi ambientali, soprattutto se alcuni provvedimenti si scontrano con gli interessi nazionali. Dal 25 novembre, apertura dei lavori a Busan, la Russia, l’Arabia Saudita e l’Iran, principali produttori di petrolio, hanno fatto ostruzionismo e l’accordo non è stato raggiunto.

Tonnellate di plastica

Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia ricorda: «Sono ormai passati più di 1.000 giorni e cinque incontri negoziali da quando i governi hanno concordato di stabilire un Trattato giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica. Durante questo periodo, sono state prodotte oltre 800 milioni di tonnellate di plastica (…) di cui oltre 30 milioni di tonnellate sono finite nei nostri oceani».

Una donna in mezzo a una discarica di rifiuti di plastica, in Cina

I contrasti internazionali, infatti, non fanno altro che posticipare possibili soluzioni alla crisi ambientale. I dati parlano chiaro: secondo l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) solo nel 2019 sono state prodotte 460 mln di tonnellate di plastica, il doppio rispetto al 2000. È preoccupante che, senza misure adeguate, la quantità potrebbe addirittura triplicare entro il 2060.

A cura di Manuela Perrone

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