Commissione Ue, tensioni e strappi per il secondo mandato di Ursula von der Leyen

von der Leyen Commissione

Aveva in dote 401 voti, è stata rieletta per il secondo mandato esattamente con 401 voti. Ursula von der Leyen è stata confermata dal Parlamento europeo alla guida della Commissione, nonostante il voto contrario di Fratelli d’Italia. Un ulteriore quinquennio in cui la politica tedesca si dovrà confrontare con sfide comunitarie senza precedenti. E la sua linea è chiara, come aveva svelato il titolo delle 31 pagine di linee guida politiche pubblicate: «La scelta dell’Europa».

Una maggioranza inedita

La ‘maggioranza Ursula’ era consolidata nei suoi numeri: popolari, socialisti e liberali esattamente come cinque anni fa. Le settimane di avvicinamento al voto di giovedì 18 luglio erano state in ogni caso teatro di un lungo ballo tra la spietzenkandidat popolare e parti politiche esterne. Un ballo reso concreto nel duello a distanza tra Verdi e Ecr (Conservatori e Riformisti), autori di lunghissime trattative con Ursula von der Leyen.

von der Leyen Metsola
La rieletta Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola in conferenza stampa dopo il voto del 18 luglio

Alla fine l’assetto dei pro-Ursula cambia. Non con un appoggio esterno ma con un vero e proprio ingresso nella maggioranza dei Verdi: per un governo blu-rosso-giallo-verde. «Abbiamo garantito [a von der Leyen, ndr] impegni sul Green deal, rendendo l’Ue più socialmente equa e proteggendo la democrazia», si legge in una nota del gruppo. «Manteniamo l’estrema destra fuori dal potere». E in effetti fuori rimangono, paradossalmente ma democraticamente, i veri protagonisti delle ultime europee: le destre.

L’ingresso dei Verdi nella maggioranza solleva però anche un altro tema. La ‘dote’ di sì in partenza è esattamente pari ai voti presi dalla von der Leyen. Ma il numero iniziale non teneva conto dell’appoggio dei neo-entrati, che contavano 52 seggi. In poche parole, quel 10-15% stimato di franchi tiratori si è trasformato in oltre cinquanta ‘no’ inaspettati.

FdI svela le carte

Nelle ultime 24 ore di trattative prima del voto, non era trapelato neanche uno spiffero per quanto riguarda lo schieramento di Meloni e compagni. Si mormorava di una propensione verso il ‘sì’ ma solo a determinate condizioni. La prima delle quali – l’aut aut con i Verdi – è decaduta proprio durante l’assemblea plenaria. Ecr aveva dato carta bianca ai suoi membri, che quindi potevano esprimere liberamente la loro preferenza sul rinnovo di mandato a Ursula von der Leyen.

Carlo Fidanza
Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo

Il voto è segreto, ma le voci di corridoio circolano rapidamente. E tra le prime informazioni che escono da Strasburgo è il clamoroso ‘no’ di Fratelli d’Italia. Una decisione confermata dallo stesso capodelegazione all’Eurocamera del primo partito italiano Carlo Fidanza: «L’ufficializzazione del voto favorevole dei Verdi ha reso impossibile il nostro sostegno a von der Leyen». 

Strappo dell’ultimo momento?

Il timore maggiore a Palazzo Chigi ora sembra essere quello di potenziali ripercussioni nella formazione del prossimo esecutivo europeo. Con il ‘no’ reso esplicito traballa la pretesa avanzata da Giorgia Meloni di almeno un commissario con deleghe e portafoglio di peso. Una prima risposta dovrebbe arrivare intorno a metà agosto, quando Ursula von der Leyen presenterà la lista dei suoi collaboratori.

Circolano però anche altre ipotesi e provengono dai giardini di Blenheim Palace, a Oxford, dove la presidente del Consiglio è impegnata nel vertice della Comunità politica europea. Da lì si mormora di un possibile accordo segreto tra Meloni e von der Leyen, tanto che non sembra che tutti e 24 gli eurodeputati di FdI abbiano votato contro.

In conferenza stampa, la neopresidente della Commissione ha allontanato la suggestione: «Abbiamo lavorato per un centro pro-Ue. E alla fine ho avuto ragione, il nostro approccio [nei confronti di FdI, ndr] è stato corretto». Ma quello che è successo (e succederà) dietro le quinte dei palazzi di potere non è ancora dato saperlo. 

No Comments Yet

Leave a Reply