Mossack Fonseca, lo studio legale panamense al centro dello scandalo dei cosiddetti Panama Papers, a fine mese cesserà le sue attività in tutto il mondo. «Il deterioramento della reputazione, la campagna mediatica, l’assedio finanziario e le azioni irregolari di alcune autorità panamensi hanno causato danni irreparabili, la cui conseguenza obbligatoria è la totale cessazione delle operazioni al pubblico» rivela il comunicato stampa diffuso dalla stessa law firm.
La chiusura arriva a quasi due anni dall’inchiesta del 3 aprile 2016. Quel giorno tutti i media di 80 paesi pubblicarono i primi documenti sulle società offshore nei paradisi fiscali, sottratti dai server della Mossack Fonseca, studio specializzato nella costituzione e nella gestione di entità offshore. I Panama Papers sono stati il più grande furto di dati della storia: 2.6 terabyte di file, 11.5 milioni di documenti relativi a società, trust, fondazioni e fondi domiciliati in 21 paradisi fiscali. I file contenevano informazioni su oltre 214mila entità offshore legate a 12 ex o attuali capi di Stato, 140 politici, imprenditori, finanzieri e vip residenti in più di 200 paesi della terra.
Subito dopo la pubblicazione, la polizia panamense aveva fatto irruzione negli uffici di Panama e di El Salvador di Mossack Fonseca, chiudendo, alla fine dello stesso anno, almeno nove sedi dello studio, incluso quello negli Stati Uniti. Le rivelazioni non furono esenti da reazioni politiche, che portarono anche alla creazione di una commissione d’inchiesta del Parlamento europeo. L’indagine ha fatto saltare le prime teste: tra queste quelle dei ministri di Islanda e Pakistan. Inchieste penali sono tuttora aperte anche in Italia, vista la presenza di centinaia di italiani coinvolti.
«Per 40 anni Mossack Fonseca ha operato in modo irreprensibile nel nostro paese e in altre giurisdizioni in cui abbiamo operazioni – aveva dichiarato la società in quei giorni – La nostra azienda non è mai stata accusata di illeciti penali». Ma a febbraio 2017 la polizia di Panama aveva arrestato i suoi fondatori Ramon Fonseca e Jurgen Mossack, accusandoli di riciclaggio nell’ambito delle indagini sullo scandalo che in Brasile ha coinvolto la società di ingegneria Odebrecht. I due erano stati poi rilasciati ad aprile mentre proseguiva l’inchiesta dei magistrati panamensi sullo studio legale e sui Panama Papers.
Lo studio, nato nel 1977, aveva fondato più di 300mila società offshore nei diversi paradisi fiscali, contando 40 uffici in tutto il mondo e impiegava più di 600 persone, con un fatturato di 42 milioni di dollari.