Caso Sala, Abedini è stato liberato ed è tornato in Iran

L’ingegnere iraniano Mohammed Abedini coinvolto nel caso di sequestro di Cecilia Sala è stato rilasciato dal carcere milanese di Opera ed è rientrato in Iran. L’“uomo dei droni” si trovava nella prigione milanese dal 16 dicembre per un mandato d’arresto emesso dagli Stati Uniti con l’accusa di terrorismo, per aver violato le sanzioni e le leggi sulle esportazioni verso la Repubblica Islamica. Domenica 12 gennaio il ministro di Grazia e Giustizia Carlo Nordio ha chiesto la revoca dell’arresto di Abedini, che nel giro di qualche ora è arrivato a Teheran.

La decisione di Nordio

«In forza dell’articolo 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana, possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente». Con questo comunicato via Arenula delibera la revoca dell’arresto per Abedini. Secondo Nordio, infatti, non sussistevano «le condizioni per l’estradizione».

In particolare, come riportato dal ministro di Grazia e Giustizia, il reato di associazione a delinquere per violare l’Ieepa, cioè la legge federale che assegna al presidente il potere di contrastare qualunque minaccia alla sicurezza nazionale, «non trova corrispondenza nelle fattispecie punite dall’ordinamento penale italiano». E poi, non sarebbe presente alcun elemento a sostegno dell’accusa di «supporto materiale a un’organizzazione terroristica con conseguente morte» e «sostegno materiale a una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte».

Caso chiuso

L’Italia chiude così una vicenda legata a doppio nodo all’arresto di Cecilia Sala, giornalista del Foglio e di Chora Media, trattenuta in Iran il 19 dicembre – tre giorni dopo l’arresto di Abedini – e rilasciata il 9 gennaio. Nonostante le smentite dei governi dei due paesi, in molti hanno pensato al fatto che Sala fosse stata usata dalla Repubblica Islamica come contropartita per la liberazione dell’“uomo dei droni”.

Nella risoluzione della crisi, inoltre, potrebbe aver giocato un ruolo decisivo la visita della premier Giorgia Meloni dal futuro presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida lo scorso 4 gennaio. Secondo diversi osservatori, la triangolazione con Washington potrebbe aver rotto lo stallo degli ostaggi e consentito il ritorno della giornalista italiana e dell’ingegnere iraniano nei rispettivi paesi.

 

 

 

Alessandro Dowlatshahi

Classe 1998, ho conseguito la Laurea Magistrale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano, chiudendo il mio percorso accademico con un lavoro di ricerca tesi a Santiago del Cile. Le mie radici si dividono tra l’Iran e l’Italia; il tronco si sta elevando nella periferia meneghina; seguo con una penna in mano il diramarsi delle fronde, alla ricerca di tracce umane in giro per il mondo.

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