«Stare in allerta, controllare il virus, salvare vite». Il premier britannico Boris Johnson, in un video messaggio alla nazione, ha presentato le tappe di una graduale ripartenza nel Regno Unito. Resta sostanzialmente in vigore il lockdown, almeno fino al 1 giugno, ma si sostituisce alla raccomandazione di “stare in casa”, un più generico «Stay alert», “state allerta”.
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L’ uscita dal confinamento imposto dalla pandemia di Covid-19 scatterà solo il primo giugno. A partire da quella data «potranno riaprire alcuni negozi e le scuole elementari. Seguirà da luglio la seconda fase in cui riapriranno bar e ristoranti», ha spiegato il premier.
Con la stessa data coincide la ripresa dello sport professionistico, e quindi anche del campionato di calcio. La Premier League ripartirà, ma a porte chiuse.
VERSO LA FASE II
Stando alla road map illustrata dal premier Tory, che ha vissuto in prima persona il contagio, cambiano le indicazioni sul lavoro, in particolare nell’edilizia e nell’industria manifatturiera. Coloro che non possono lavorare da casa sono infatti “incoraggiati” ad andare al lavoro, seppure evitando il trasporto pubblico, cercando di andare in bici o a piedi e a patto che le aziende garantiscano il distanziamento sociale.
Inoltre dal 13 maggio non vi saranno più limitazioni all‘esercizio fisico individuale all’aperto, si potrà prendere il sole nei parchi, guidare la macchina verso altre destinazioni cittadine, fare sport di gruppo ma solo con membri della stessa famiglia, sempre «nel rispetto del distanziamento» e con controlli e multe più pesanti «per i pochi che violano le regole».
MASSIMA CAUTELA
Sebbene la correzione di rotta nei toni abbia già suscitato polemiche, al punto che i governi locali scozzese, gallese e nordirlandese, hanno fatto sapere che continueranno a mantenere regole più stringenti rispetto all’Inghilterra, è lo stesso Jonhson a mostrare massima cautela. «Non è il momento di porre fine al lockdown , sarebbe un “follia” sprecare i sacrifici che la popolazione ha fatto dopo il blocco», evitando una «catastrofe per il Paese», ha sottolineato, aggiungendo che il governo non intende mettere l’economia davanti alla salute e alla vita delle persone.
CODICE DI ALLERTA
Di qui l’annuncio dell’imminente introduzione di un sistema di tracciamento, sul modello di quello sull’allarme terrorismo.
Si tratterà di un codice di allerta su 5 livelli, dal più basso (verde, livello 1) al più grave (rosso, livello 5) che farà da bussola «su quanto duro dovrà essere il distanziamento sociale» in base al rapporto tra il coefficiente legato all’indice R (il tasso d’infezione) e il numero dei contagi.
QUARANTENA PER I VIAGGIATORI
Per rafforzare la sicurezza ai confini, mano a mano che si alleggerirà il lockdown sul fronte interno, Downing Street ha inoltre confermato l’intenzione di introdurre una quarantena obbligatoria per tutti coloro che viaggeranno nel Regno Unito. Non si sa ancora quando entrerà in vigore la nuova disposizione, ma è certo che durerà 14 giorni e riguarderà tutti i viaggiatori, con o senza sintomi, in entrata o in uscita dal paese.
LA REGINA RESTA A WINDSOR
Chi invece “resta a casa” è la Regina Elisabetta II. Per non correre rischi Sua Maestà, 94 anni lo scorso aprile, rimarrà al Castello di Windsor fino a data da destinarsi e dunque tutti i suoi impegni pubblici sono da considerarsi cancellati.
In 68 anni di regno non era mai accaduto che la Sovrana si assentasse dalle scene pubbliche per un periodo così lungo e anche Buckingham Palace, per la prima volta negli ultimi 27 anni, resterà chiuso per l’estate.