Biden salva Biden: il presidente uscente grazia suo figlio, assolvendolo dalle accuse

Il presidente americano Joe Biden aveva promesso e ripromesso che non avrebbe interferito nei processi giudiziari a carico del figlio Hunter, escludendo provvedimenti di clemenza nei suoi confronti. Ma non è nuovo il caso di un politico che infrange le promesse fatte. Infatti, a meno di due mesi dalla fine del suo mandato, Joe Biden riconsidera le sue affermazioni passate e firma la grazia “piena e incondizionata” per il figlio. La decisione, presa dopo il weekend trascorso con la famiglia per il Thanksgiving, ha generato non poche polemiche.

Il presidente americano Joe Biden e suo figlio Hunter
I due processi

Hunter Biden era coinvolto in due processi: il primo, risalente al 2018, per aver acquistato una pistola senza dichiarare la sua dipendenza dagli stupefacenti, e il secondo per aver evaso almeno 1,4 mln di tasse tra il 2016 e il 2019. I soldi in questione sarebbero poi stati spesi in “droga, escort, sex club, hotel di lusso e proprietà in affitto, auto costose, vestiti e altri oggetti di natura personale”. Hunter stesso aveva ammesso la propria colpevolezza circa queste accuse, nella speranza di ottenere una pena ridotta. Le sentenze dei due processi erano previste per il 12 e il 16 dicembre, ma questa mossa di Biden annulla tutto.

Il presidente americano Joe Biden e suo figlio Hunter
La difesa di Joe Biden

In un lungo comunicato ufficiale pubblicato il 1° dicembre, Joe Biden giustifica l’assoluzione, ma le motivazioni appaiono fin troppo fragili. Tra queste, il presidente uscente sostiene che il figlio sia stato perseguito in modo selettivo e ingiusto, con il solo scopo di indebolire l’amministrazione presidenziale Biden. Stessa scusa, quella della persecuzione politica, utilizzata da Donald Trump per i suoi casi. Nonostante ciò il Tycoon non ha mancato di commentare la vicenda, condannando Biden su Truth Social: «È un tale abuso e manipolazione della giustizia!». E ancora il figlio Donald Trump Junior rilancia su X: «Sapevano tutti che lo avrebbe fatto. Lui lo avrebbe fatto solo quando non ci sarebbero state conseguenze elettorali per i Democratici».

Lo stesso giornalista Bob Woodward, famoso per aver portato a galla lo scandalo Watergate nel 1972, aveva già preannunciato ad ottobre, in un’intervista al Corriere della Sera, che la storia si sarebbe conclusa in questo modo. La vicenda costituisce l’ennesimo scivolone all’interno del panorama politico americano, che è sempre più spesso protagonista di abusi di potere.

A cura di Manuela Perrone

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