Atletica, primo test a Madrid per l’introduzione del Var nella marcia

marcia

Domenica 1° giugno la marcia di Madrid sarà caratterizzata da un evento inedito nella storia di questo sport: un piccolo dispositivo fungerà da Var per verificare la corretta esecuzione da parte degli atleti dell’andatura tipica di questa disciplina.

Una disciplina difficile da giudicare

Nell’atletica leggera, si sa, contano i singoli istanti. Vince chi arriva prima, chi fa il salto più alto, chi lancia più lungo. Per questo basta un numero a stabilire il podio e una linea a sancire la presenza in classifica. Una sola specialità fa eccezione: la marcia. In questo sport è necessario che gli atleti, per tutta la durata del tragitto, mantengano un’andatura ben precisa.

L’enciclopedia Treccani definisce la marcia come una «azione di progressione regolare eseguita passo per passo, in modo che ininterrottamente sia mantenuto un contatto con il terreno». A questo si aggiungono alcune regole fondamentali: «Il piede del marciatore deve toccare il suolo progressivamente, dal tallone alla punta, con una rullata uniforme; la gamba portata in avanti, nel momento in cui il tallone tocca il suolo, deve essere distesa con il ginocchio bloccato e tale deve rimanere fino a che il tallone dell’altro piede non abbia preso nuovamente contatto con il terreno; il busto del concorrente deve essere eretto e non può ruotare».

Dettami tanto rigorosi hanno bisogno di giudici che ne verifichino il rispetto, ma l’errore umano è sempre alle porte. Per questo motivo si è pensato a una tecnologia che potesse facilitare la valutazione. Il risultato di questa ricerca fa il suo esordio domenica 1° giugno alla quarta edizione del Gran premio internazionale di marcia di Madrid.

Un piccolo dispositivo ai piedi degli atleti

Questo “Sistema di controllo elettronico” (l’espressione più indicata per definirlo) consiste in un mini dispositivo fissato ai lacci delle scarpe e capace di segnalare se un atleta perde contatto col terreno durante l’azione. Se così fosse, il giudice di gara riceverà un avviso e provvederà ad ammonire il marciatore.

Ideatore del chip, che pesa appena 15 grammi, è stato un professore di Ingegneria Elettronica dell’Università Politecnica della Catalogna, Javier Rosell, che ha spiegato che «il sistema rileva quando la punta smette di toccare il suolo e quando il tallone tocca terra», cioè quello che viene definito “tempo in aria per ogni piede”. «Da lì – ha aggiunto – rileviamo la perdita di contatto col suolo».

Per ora si tratta di una misura sperimentale e non vincolante per l’esito della gara, ma se il test dovesse andare bene il “var della marcia” potrebbe essere presto adottato in via ufficiale dalla World Athletics. Intanto, alla gara di domenica presenti anche due atleti italiani: Francesco Fortunato e Antonella Palmisano, quest’ultima già oro olimpico a Tokyo nel 2021.

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