![](https://masterx.iulm.it/wp-content/uploads/2025/02/cpr_albania_migrazione-1170x600.jpg)
Il governo italiano sta considerando di stravolgere il progetto dei centri per migranti irregolari in Albania. I risultati di questi mesi hanno spinto l’esecutivo a correre ai ripari e ridisegnare l’impianto delle strutture sull’altra sponda dell’Adriatico, convertendoli in Cpr, cioè centri per i rimpatri. La decisione permetterebbe di aggirare il vaglio delle Corti d’appello e il nodo dei paesi sicuri: e questo perché i Cpr possono ospitare i richiedenti asilo.
Ipotesi Cpr
Venerdì 7 febbraio la premier Giorgia Meloni ha discusso con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano per trovare una soluzione alla questione dei centri per migranti di Shenjin e Gjader.
L’ipotesi prevalente è questa: trasformare i due centri albanesi in Cpr. In questo modo si salterebbe il passaggio della convalida dei trattenimenti delle persone migranti, ora affidata alle Corti d’Appello, che hanno sempre respinto i fermi (come era successo con le sezioni Immigrazione dei tribunali).
Correre ai ripari
Il 25 febbraio la Corte dell’Unione Europea deciderà sui paesi sicuri per il rilascio dei permessi di soggiorno per protezione internazionale. Il governo Meloni ha però giocato d’anticipo e ha varato un decreto legislativo per far ripartire il trasferimento degli immigrati nei centri in Albania. La misura potrebbe approdare in Consiglio dei Ministri già da martedì 11 febbraio e far ripartire la nave della Marina Militare nel fine settimana.
Convertendo i centri in Cpr, non si esclude che la giurisdizione passi da Roma a Tirana. Allo studio c’è inoltre una norma volta a ostacolare i giudici delle sezioni Immigrazioni dei tribunali di andare a giudicare i casi nelle Corti d’Appello (dei sei giudici della Corte d’Appello che hanno bloccato il trattenimento in Albania di quarantatré migranti, ben cinque provenivano da quelle sezioni).
Le reazioni delle opposizioni
«Perseverare è diabolico. Il governo fermi questa follia istituzionale che sta creando uno scontro tra poteri senza precedenti e uno spreco di risorse», dice Simona Bonafè del Pd. A puntare il dito sono anche Avs e Più Europa. «Si sono ormai cacciati in un pasticcio, per uscirne rinuncino “all’avventura albanese” e smettano di sperperare i soldi degli italiani», dice Filiberto Zaratti di Avs. «Non gli sono bastate le pronunce dei tribunali di ogni ordine e grado a dire che è una procedura illegittima? Errare umano, perseverare è meloniano», dice Riccardo Magi di +Europa.