42 giornalisti uccisi per il loro lavoro nel 2020. Il Messico è in cima alla lista

Nel 2020 sono 42 i giornalisti uccisi mentre svolgevano il loro lavoro e 235 quelli incarcerati per casi legati alla professione. Il dato emerge da un rapporto della Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ).

Secondo lo studio, il Messico, con 13 omicidi, è in cima alla lista dei Paesi dove si registra il più alto numero di giornalisti uccisi. Ed è la quarta volta, in cinque anni, a detenere il record negativo, seguito dal Pakistan con 5 uccisioni, mentre Afghanistan, India, Nigeria e Iraq quest’anno riportano ciascuno tre omicidi.

Afghanistan, muore a colpi di pistola la giornalista Malalai Maiwand

L’ultimo episodio è avvenuto in Afghanistan, dove una giornalista e attivista per i diritti delle donne è stata uccisa nella parte orientale del Paese. La vittima è Malalai Maiwand, giornalista di Enikas Radio and TV, morta insieme al suo autista, Mohammad Tahir, durante il tragitto per raggiungere Jalalabad, la capitale della provincia orientale afghana di Nangarhar, dove lavorava.

Si tratta di una delle diverse uccisioni mirate a terrorizzare la popolazione civile, mentre il governo afgano cerca di negoziare la pace con gli insorti.

Malala Maiwand, la giornalista uccisa in Afghanistan

Nonostante le donne abbiano compiuto grandi progressi dal rovesciamo del regime talebano nel 2001, è ancora diffusa la discriminazione di genere, la violenza e, soprattutto nelle aree rurali, l’inaccessibilità all’istruzione e al mondo del lavoro, oltre che all’assistenza sanitaria.

L’uccisione di Malalai avviene dopo solo un mese dalle due uccisioni di Elyas Dayeegiornalista di Southern Helmand, e di Yama Siawash, ex presentatore televisivo di Kabul. Entrambi sono morti a causa di un’autobomba. 

La Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ): «Non limitiamoci al ricordo, spingiamo per la giustizia»

Anthony Bellanger, il segretario generale della Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ), ha dichiarato: «La diminuzione delle uccisioni di giornalisti negli ultimi anni non può mascherare il pericolo mortale e le minacce che i giornalisti continuano a dover affrontare per aver svolto il proprio lavoro».

Il rapporto è stato ufficialmente pubblicato oggi, giovedì 10 dicembre, in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani. «Queste non sono solo statistiche – prosegue Bellanger –. Sono nostri amici e colleghi che hanno dedicato la loro vita e pagato il prezzo più alto per il loro lavoro di giornalisti. Non ci limitiamo a ricordarli, ma perseguiremo ogni caso, spingendo i governi e le forze dell’ordine a consegnare i loro assassini alla giustizia».

Nei tre decenni che l’IFJ ha compiuto il conteggio, sono stati uccisi in totale 2658 giornalisti. Il presidente dell’IFJ Younes Mjahed ha sottolineato: «Questi risultati puntano i riflettori sui gravi abusi da parte dei governi che cercano di proteggersi dalle responsabilità incarcerando i giornalisti e negando loro il giusto processo. Il numero sbalorditivo dei nostri colleghi in detenzione è un promemoria del prezzo esigente che i giornalisti di tutto il mondo pagano per la loro ricerca della verità nell’interesse pubblico».

Carolina Zanoni

NATA NELLA GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTÀ DI STAMPA, NON AVREI POTUTO SCEGLIERE UNA STRADA DIVERSA. LAUREATA IN LETTERE ALL'UNIVERSITÀ DI VERONA, OGGI SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX IULM-MEDIASET. SONO APPASSIONATA DI POLITICA, ANCHE EUROPEA. HO COLLABORATO CON “TOTAL EU”, “ITALPRESS” E “DIRE” ALL'INTERNO DELLE ISTITUZIONI EUROPEE A BRUXELLES E A STRASBURGO. Mi PIACE INTERVISTARE E STAR DIETRO LE QUINTE A RACCONTARE LE DINAMICHE DEL PIÙ INTRIGANTE SPETTACOLO (O CIRCO) DEL MONDO: LA POLITICA.

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