“Senta, vorrei ordinare una pizza… ho bisogno di voi, subito. Mi può aiutare?”
Una voce tremante, rotta. Quella di una donna che chiama la polizia, fingendo di essere in linea con una pizzeria: una telefonata per sfuggire alla violenza del suo ex.
L’episodio è avvenuto domenica intorno a mezzanotte. La donna, 32 anni, aveva acconsentito a un ultimo incontro con l’ex di 25, che sosteneva di aver bisogno di vederla. I due si sono dati appuntamento in un piccolo hotel a Milano in Viale Brenta, tra Corso Lodi e il Corvetto. Quando si sono incontrati, la situazione è precipitata. L’uomo, geloso, l’ha colpita con pugni sul volto e sull’orecchio, provocandole delle contusioni. La donna, con uno stratagemma, è riuscita a calmarlo ed è scesa alla reception fingendo di ordinare una pizza a domicilio. In realtà ha chiamato la polizia, sperando che l’operatore comprendesse la sua preghiera. É stato così: le forze dell’ordine hanno subito capito si trattasse di una richiesta di aiuto disperata.
“Non volevo che nessuno sentisse la mia chiamata di soccorso. Avevo paura di essere uccisa” ha poi confessato la donna. L’uomo è stato arrestato in flagranza dagli agenti e dopo una notte in camera di sicurezza, processato. Nell’attesa della prossima udienza è stato scarcerato con divieto di dimora a Milano.
Un altro episodio di violenza domestica, accompagnato da quella che all’apparenza è un’insolita chiamata. In realtà, effettuare una telefonata codificata è un modo con cui le vittime di abusi domestici tentano di segnalare aiuto. Mascherare le richieste di soccorso è una strategia di sicurezza comune che in molti utilizzano. Ad esempio, un anno fa, è nata la campagna social promossa da ActionAid soprannominata “Call4margherita”, per contrastare una realtà come quella delle violenze, che non subisce freni. Ad oggi, in Italia, oltre 6 milioni di donne subiscono maltrattamenti. Il lockdown e il Covid19 hanno aggravato la situazione, costretto molte a convivere con i propri carnefici, isolandole assieme ai loro figli, a causa di convivenze forzate. Secondo l’Eures, nei mesi tra marzo e giugno 2020, sono aumentate le richieste di aiuto rispetto allo stesso periodo del 2019. Tra inizio gennaio e fine ottobre 2020 sono state uccise 91 donne, quasi una ogni tre giorni.
Il drammatico trend non dà segni di rallentamento. E siamo a pochi giorni dalla festa della donna, che con gli anni da semplice celebrazione ha assunto i connotati di un richiamo sempre più arguto alla tutela delle donne. Come sottolineato dalle continue iniziative per la parità di genere. Un esempio per tutti è #Maipiùinvisibili, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi di WeWorld Onlus. Il Presidente di WeWorld, Marco Chiesara dichiara di voler “restituire voce e visibilità alle tante donne oggi Invisibili. Invisibili perché talmente stremate dalla violenza e dalla violazione dei loro diritti, da augurarsi di scomparire, di non essere viste, non esistere per non subire più”. Poi continua: “La violenza sulle donne è un problema che ci riguarda tutti e tutte, ma ognuno di noi può scegliere se voltarsi dall’altra parte o prendere posizione”.
Tra le tante iniziative, è sempre attivo il numero nazionale gratuito 1522, per chiamare denunciando le violenze. Altrimenti, si può scaricare l’applicazione 1522 e chattare in silenzio, direttamente con le operatrici. Dunque, si punta tutto sul concetto di invisibilità e malgrado la pandemia e le sue limitazioni, si tenta di sensibilizzare anche a distanza, sfruttando il digitale.