Semaforo verde dalla Camera dei Deputati per la legge Salva-Milano. 172 voti a favore e 42 contrari per la norma proposta dal capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti che può sbloccare decine di cantieri edilizi nel capoluogo lombardo.
Numerosi progetti di costruzione a Milano sono infatti stati ostacolati da inchieste giudiziarie a partire dal 2023, quando la magistratura ha aperto il primo fascicolo con l’ipotesi di reato di abuso edilizio.
Nel giro di pochi mesi le inchieste si sono trasformate in un vero e proprio terremoto giudiziario e politico, che ha interrotto moltissimi cantieri. Le tesi dei pm fanno riferimento al fatto che per anni il Comune meneghino ha adottato un’interpretazione troppo morbida della legge, consentendo ai costruttori di realizzare grossi interventi edilizi facendoli passare come semplici ristrutturazioni.
L’ok dei deputati di giovedì 21 novembre è un ottimo segnale per i costruttori, che attendevano da mesi un riordino delle disposizioni sulla materia. Ora la legge dovrà superare il vaglio del Senato.
Come funziona
La legge intende dunque far ripartire 150 progetti fermati dalla Procura, in particolare i grattacieli di Milano realizzati al posto di edifici di dimensioni minori senza un permesso preventivo e considerati abusivi dalla Procura. Il provvedimento rivede le norme urbanistiche del 1942, offrendo prospettive più certe ad amministrazioni e imprese.
Il Salva-Milano, come riportato dal Corriere della Sera, avrà l’effetto di regolarizzare le opere edilizie realizzate e da realizzare nel capoluogo lombardo e nei contesti fortemente urbanizzati, alleggerire la posizione dei tecnici del Comune di fronte alle accuse della Procura, e probabilmente quello di complicare un po’, se la norma restasse tale, le ristrutturazioni edilizie ordinarie in tutto il resto del Paese.
Per quanto riguarda Milano, la norma stabilisce che i piani particolareggiati (che a Milano non esistevano) non risultano obbligatori se si tratta di costruire un edificio, anche con caratteristiche e volumetria completamente diversi dal preesistente, in «ambiti edificati ed urbanizzati». Lo stesso vale per le procedure di determinazione dell’impatto urbanistico delle nuove costruzioni.
Inoltre muta anche l’ambito della ristrutturazione edilizia, che da ora avviene con una semplice segnalazione certificata, non dovendo ricorrere ad autorizzazioni preventive. Diventa tutto consentito, purché nel «medesimo lotto di intervento». Ma tutte le ristrutturazioni, anche quelle a norma, tornano a essere soggette alle norme sulle dotazioni territoriali e i parametri urbanistici.
Le reazioni della politica
«Sarà soddisfatto il sindaco Sala, noi anche siamo soddisfatti: abbiamo combattuto al suo fianco perché riteniamo che si debba arrivare a una ripartenza del comparto edilizia che per Milano e Lombardia è sempre importante», ha detto il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.
Sulla proposta di legge l’opposizione si è scissa: Partito Democratico, +Europa, Italia viva e Azione hanno votato sì, Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 Stelle hanno optato per il no. Per Angelo Bonelli, portavoce di Alleanza Verdi-Sinistra, la proposta di legge «rappresenta una bruttissima pagina per l’urbanistica nazionale e introduce una sanatoria che interviene anche su procedimenti penali in corso».
Per manifestare tutta la sua contrarietà, Bonelli si è anche messo a cantare un celebre brano di Adriano Celentano, Il ragazzo della via Gluck, che «raccontava bene la speculazione edilizia nelle nostre città». Critiche anche dal Movimento 5 stelle, con il deputato Agostino Santillo che parla di «una delle sanatorie più indegne della storia politica del nostro Paese». E a proposito del sostegno del Pd alla legge, aggiunge: «Maggioranza e Pd, a braccetto, hanno deciso di schierarsi dalla parte degli speculatori e del sindaco Sala contro i giudici che fanno il loro lavoro e contro tutti i milanesi, travolti da una cementificazione incontrollata».