Il Tribunale di Milano ha condannato a quattro anni di carcere il filosofo Leonardo Caffo. Il processo a Caffo è iniziato nel 2022 con una denuncia da parte della compagna. Dopo la condanna in primo grado per maltrattamenti e lesioni, l’imputato ha già dichiarato che farà ricorso in appello.
La condanna
«Il più promettente, versatile e originale tra i giovani filosofi italiani». Maurizio Ferraris, filosofo italiano tra i più noti al mondo, aveva definito così nel 2017 il collega Leonardo Caffo. All’epoca Caffo era poco più di un emergente, con qualche pubblicazione all’attivo. Oggi i volumi pubblicati sono più di venti, ma a far parlare di Caffo è la vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto.
Martedì 10 dicembre il filosofo di origini catanesi è stato condannato dai giudici del Tribunale di Milano a quattro anni di carcere. L’accusa è di maltrattamenti e lesioni gravi ai danni dell’ex compagna, che lo ha denunciato due anni fa. Secondo il capo di imputazione a lui ascritto, Caffo sarebbe colpevole di minacce, insulti, violenze verbali e fisiche, culminate nella frattura di un dito della donna durante un litigio.
Al processo la donna non si è presentata, mentre il filosofo, raggiunto dai giornalisti dopo la lettura della sentenza, si è nuovamente dichiarato innocente e ha annunciato che ricorrerà in appello. Annuncio poi riportato su Instagram, dove Caffo ha cancellato tutti i suoi post per dare massima visibilità alla sua professione di innocenza.
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Più libri, più liberi
La vicenda giudiziaria di Caffo aveva già destato scalpore alcune settimane fa, quando la scrittrice Chiara Valerio lo aveva annunciato tra gli ospiti della fiera dell’editoria “Più libri, più liberi”. Il nome del filosofo tra gli invitati aveva immediatamente sollevato una polemica, dovuta soprattutto al fatto che la fiera fosse stata dedicata alla memoria di Giulia Cecchettin, uccisa dal fidanzato Filippo Turetta l’11 novembre 2023. Ritenendo la presenza di Caffo inadeguata, vista la vicenda che lo riguardava, molti altri ospiti avevano defezionato. Su tutti Zerocalcare, dissociatosi con un lungo post su Instagram.
