A Milano potrebbe verificarsi il primo processo nei confronti di uno stalker «petomane». Quello che sembra il film Il Petomane di Ugo Tognazzi, dove l’artista era in grado di adattare quei “rumori” a vere e proprie melodie, è in realtà tutto vero. Si tratta di una guardia museale del Mudec, il Museo delle culture in zona Navigli, che, secondo le accuse dei colleghi, era solito molestare con frasi a sfondo sessuale e con «rumori tratti dal proprio corpo».
Le molestie risalgono a tempo fa, quando due vittime, entrambe sue colleghe, sono state “omaggiate” con ammiccamenti, complimenti espliciti e volgari. Ma la tattica non finisce qui, le due guardie spiegano – tramite il proprio legale – di aver subito uno stress emotivo causato dai rumori corporali del collega denunciato. Nel capo di imputazione infatti si legge: «produceva con il proprio corpo rumori molesti, disturbando così le colleghe in modo da cagionare in loro un perdurante e grave stato d’ansia e di paura». Tale condizione psicologica è sufficiente perché possa essere contestata la condotta dello stalking.
Per ora la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per l’uomo. In ogni caso, con l’accusa di “atti persecutori” la guardia sconterebbe una pena che oscilla dai sei mesi a quattro anni, ma non solo, ora dovrà difendersi davanti al giudice anche per i «rumori» prodotti. Ad avvalorare l’insinuazione, già munita di prove fondate, alcune registrazioni sonore. Ma come potrà dimostrare l’uomo di essere incapace di generare tali rumori? Sicuramente il caso farà giurisprudenza. (cs)