Grande successo per Prada, casa di moda capitanata da Miuccia e sotto la direzione creativa di Raf Simons: in occasione della sfilata uomo per la Milano Fashion Week 2022, il brand ha infatti deciso di portare sulla passerella non modelli, ma dieci star di Hollywood.
La collezione
Kyle McLachlan, Jeff Goldblum, Thomas Brodie-Sangster, Filippo Scotti: sono solo alcuni nomi delle star che hanno camminato sulla passerella, portando in scena il lavoro che ricostruisce l’anima sartoriale del brand. La collezione Autunno/Inverno 2022-23, intitolata Body of work, ha avuto come location la Fondazione Prada, arredata con poltroncine di velluto verde, come se fosse un teatro o un cinema.
Alla base della sfilata il ruolo del lavoro nella nostra vita quotidiana, che viene celebrato e nobilitato attraverso capi d’abbigliamento pratici: dai guanti da lavoro in pelle ai bomber, dagli accessori colorati a contrasto, i cui volumi ricordano gli anni Ottanta, fino alle tute da operaio rese glamour grazie ai colori accesi. «L’approccio è quello di rendere tutti i capi ugualmente importanti», ha dichiarato Simons.
L’equilibrio perfetto tra eleganza e praticità, tra sciccheria e pragmatismo: accanto a cappotti sartoriali dalle spalle importanti, troviamo infatti anche borsoni da viaggio, maglioni oversize e tute in materiale leggero che richiamano l’idea di lavoro, il movimento e il tempo libero. «Rimanda alla praticità e alla quotidianità, ma con un’importanza formale e non casual», spiega la direttrice della maison, che aggiunge: «Attraverso questi abiti vogliamo sottolineare che tutto ciò che un essere umano fa è importante. Ogni aspetto della realtà può essere elegante e dignitoso. Elevato e celebrato».
I precedenti
La sfilata uomo della FW22 riprende e reincarna, a dieci anni di distanza, lo zeitgeist che stava alla base di un’altra sfilata leggendaria di Prada: la FW12. Meglio conosciuta come la sfilata del potere, Miuccia già nel 2012 ironizzava con spietatezza sul ruolo degli uomini nella società e sui codici estetici attraverso i quali si manifesta la loro autorità, augurandosi la fine di quel mondo impolverato dove il potere è appannaggio esclusivamente maschile.
Le analogie con la sfilata di dieci anni fa sono evidenti: innanzitutto l’utilizzo della moquette che ricorda il pavimento di una sala conferenze in uno dei palazzi dove si incontrano politici e diplomatici; poi i vestiti, doppiopetto abbottonati alti, cappotti con collo astrakan, giacche gessate con un fiore all’occhiello.