A soli nove anni era stata promessa in sposa in Bangladesh, ma la bambina non tornerà nel suo Paese d’origine. Il tribunale di Milano ha condannato a tre anni e nove mesi, per maltrattamenti in famiglia, il padre che aveva combinato il matrimonio con un cugino di 22 anni.
L’uomo aveva già comprato i biglietti aereo per Dakka, ma la madre della piccola per ribellarsi aveva strappato i passaporti di entrambe. La donna successivamente aveva denunciato la vicenda che è finita in tribunale davanti al giudice monocratico di Milano. La sentenza ha disposto, oltre alla condanna in carcere dell’uomo, anche il risarcimento provvisionale di 25mila euro per la mamma e 15mila per la bambina.
“Mia moglie dice solo bugie”, così il padre-padrone intervistato dal Tg3. E intanto il suo avvocato, Mario Sciuto, annuncia il ricorso.
Secondo il racconto della donna agli inquirenti, lei e la figlia vivevano segregate in casa e la bambina non poteva neppure andare a scuola, ma solo leggere il Corano. Nel capo di imputazione si legge che il pm, Ennio Ramondini, parlava di “pugni e schiaffi per futili motivi”. L’uomo avrebbe anche minacciato moglie e figlia ogni volta che queste trasgredivano ai suoi ordini con “armi improprie (grossi coltelli da cucina)”, senza preoccuparsi delle ferite inflitte. Vietava loro di andare al parco e di uscire di casa se non in compagnia. Sempre secondo l’accusa, l’imputato non voleva che la donna e la bambina uscissero senza il suo permesso e le costringeva a digiuni superiori alle 24 ore.
La richiesta della procura era stata di sei anni. Davanti al Tribunale dei minori è in corso, al momento, un procedimento in relazione all’ambiente familiare.
La donna che viveva in una cittadina del Bangladesh si era sposata col padre di sua figlia che non conosceva, ma che era stato scelto per lei dai genitori, proprio come prevedono le usanze e i costumi del Paese. L’uomo però l’aveva lasciata dopo un paio di mesi, quando la donna era già incinta, per venire a lavorare in Italia. E’ rientrato in patria solo dopo nove anni per portare con sé moglie e figlia a Milano. Stando al resoconto della donna, avrebbero vissuto dalla fine del 2016 in una sorta di isolamento voluto dal marito. Una convivenza insopportabile che è scaturita nella ribellione della donna quando l’uomo ha deciso che sarebbero tornati in Bangladesh per concedere in moglie la bambina a un cugino di 22 anni. Dopo la denuncia e l’inizio del processo, la bambina ha iniziato a frequentare la scuola e fa progressi con la nostra lingua.