Un vero e proprio impero della mafia nel cuore di Milano. È quanto sequestrato martedì mattina al boss Gaetano Fontana, 43enne di Palermo, già condannato al 416 bis.
I sigilli sono stati posti a tre immobili situati in pieno centro, a circa 600 metri dal Duomo, a sei conti correnti con 50mila euro depositati e alla gioielleria Luxury Hours di via Cavallotti, intestata alla compagna di Fontana. Il tutto ammonta a oltre un milione di euro.
Si trattava di «reimpiego di ricchezze accumulate illecitamente», come ha reso noto la Questura di Palermo. Da alcuni accertamenti patrimoniali effettuati nei confronti del nucleo familiare è emersa, infatti, una «notevole sproporzione economica tra i redditi dichiarati e gli investimenti patrimoniali effettuati invece per l’acquisto dei beni sequestrati». Per gli investigatori e gli inquirenti, Fontana – già sorvegliato speciale – sarebbe «organico alla cosca dell’Arenella-Acquasanta di Palermo». Il palermitano aveva svolto, infatti, le funzioni di reggente e gestiva «il nevralgico settore di riscossione del pizzo» per la famiglia mafiosa.
Ne hanno tracciato un profilo dettagliato gli agenti che hanno preso parte all’azione: «La pericolosità sociale di Gaetano Fontana, figlio di Stefano, reggente in vita della famiglia mafiosa palermitana dell’Acquasanta, trova già conferma nell’applicazione nei suoi confronti nel 2010 della misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Milano, alla quale lo stesso si trova attualmente sottoposto».