Anche quest’anno l’assegnazione da parte del Comune di Milano dell’Ambrogino d’Oro, premio di riconoscimento ai cittadini del capoluogo lombardo per atti di coraggio e abnegazione civica, è stato al centro di alcune polemiche a causa della scelta dei beneficiari. Tra i vincitori del 2025 figura, infatti, anche il nucleo operativo radiomobile dei carabinieri del comando provinciale di Milano, al quale appartengono i due carabinieri sotto indagine per la morte di Ramy Elgaml.
Il tema della discussione

È stata la europarlamentare e consigliera comunale della Lega Silvia Sardone a proporre quello specifico nucleo, come segno di riconoscimento per il loro impegno nel difendere la sicurezza di Milano. Sardone non manca di riferirsi al caso di Ramy Elgaml, il ragazzo italo-egiziano di 19 anni rimasto vittima nell’inseguimento notturno a Corvetto il 24 novembre 2024. Se da un lato la candidatura dei carabinieri crea divisioni e alimenta polemiche, proprio in relazione all’inchiesta in corso che vede coinvolti cinque di loro nella morte del giovane, dall’altro trova una giustificazione in tema di sicurezza nel capoluogo lombardo.
Questa specifica unità, infatti, ha il compito di rispondere alle chiamate del 112 e intervenire prontamente in caso di emergenze, oltre a disporre posti di blocco e pattuglie in tutta la città. La candidatura fatta da Sardone è stata definita dal gruppo di maggioranza una strumentalizzazione di un fatto di cronaca, ma è stato scelto comunque di procedere con l’assegnazione indipendentemente dalle vicende processuali a carico degli indagati.
Il padre di Ramy, Yehia Elgalm, ha dichiarato di trovare inopportuno questo riconoscimento, a distanza di un anno dall’anniversario della morte del figlio. Pur avendo fiducia nella magistratura, alla famiglia della vittima questo premio suscita rabbia e indignazione. Lunedì 24 novembre si è tenuta una fiaccolata a Corvetto, nei pressi dell’incrocio dell’incidente, che ha visto una partecipazione numerosa in ricordo di Ramy.

L’incidente del 24 novembre 2024
Ramy si trovava a bordo di un maxi-scooter Yamaha T-Max guidato dall’amico ventiduenne Fares Bouzidi, quando, dopo aver superato un posto di blocco, è iniziato un tallonamento – durato otto chilometri – con una volante del nucleo radiofonico dei carabinieri. All’incrocio fra le vie Ripamonti e Quaranta i due veicoli terminavano la corsa schiantandosi contro il palo di un semaforo, incidente che è costato la vita al diciannovenne.
Da alcuni video, diffusi successivamente al fatto, è possibile notare come l’auto dei carabinieri si avvicini pericolosamente alla moto in più occasioni, forse determinandone la caduta. Per questo, i carabinieri alla guida della volante sono indagati per scorrette modalità di inseguimento, mentre due carabinieri sono accusati di depistaggio per aver fatto cancellare i video dell’incidente ai testimoni sul luogo. Bouzidi, invece, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per resistenza a pubblico ufficiale.
L’ambrogino d’oro
Si tratta di un prestigioso premio di benemerenze civiche assegnato ogni anno dal comune di Milano, in occasione della festa del Santo Patrono, il 7 dicembre. Istituito nel 1925 per volontà dell’allora sindaco Luigi Mangiagalli, è conferito a cittadini, enti e associazioni che hanno saputo dare valore alla città. Che si sono distinti per merito e coraggio in diversi ambiti di pubblica rilevanza.

Tra i celebri vincitori degli ultimi anni figurano personaggi come Fedez e Chiara Ferragni nel 2020, Franco Baresi nel 2021, Diego Abatantuono nel 2022. Ma anche l’Università degli Studi di Milano nel 2023 e l’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) nel 2024. Le candidature sono presentate da una commissione formata dai capigruppo di tutti gli schieramenti politici del consiglio comunale. È il sindaco, però, a scegliere e assegnare i riconoscimenti. Spesso la questione dei premi si lega a vicende e strumentalizzazioni politiche, per dimostrare sostegno o alimentare polemiche.
A cura di Chiara Orezzi