
Negli ultimi giorni, molti utenti italiani hanno segnalato una truffa telefonica sempre più diffusa. I truffatori, utilizzando numeri italiani con prefisso +39, chiamano le vittime con una voce registrata che recita: “Abbiamo ricevuto il tuo curriculum, aggiungici su WhatsApp per parlare di lavoro”. Dopo questa prima fase, viene inviato un messaggio su WhatsApp con un link che dovrebbe rimandare a un modulo necessario per il completamento del processo di assunzione. In realtà, cliccando su questo link, l’utente si espone al rischio di virus informatici che potrebbero compromettere i suoi dati sensibili, come le credenziali bancarie, o essere indotto a compiere investimenti online fraudolenti, con la promessa di guadagni rapidi. Il pericolo di tale truffa è legato proprio alla naturale fiducia che si ha nel ricevere una proposta di lavoro, specialmente in tempi in cui le incertezze di natura economica spingono gli utenti a fidarsi di queste offerte.
Un fenomeno che non è nuovo

Oltre alla truffa del “curriculum“, esistono altre modalità con cui i truffatori cercano di ingannare le persone, in particolare quelle più vulnerabili come gli anziani. Una delle truffe più frequenti è quella in cui il truffatore si finge un parente in difficoltà. Una telefonata di questo tipo può iniziare con la frase “Mamma, mi hanno rubato il cellulare, devi darmi subito dei soldi per riaverlo”. Questo tipo di inganno sfrutta la preoccupazione e l’emotività dei genitori o dei nonni, facendo leva sull’urgenza di una situazione del tutto inesistente. L’obiettivo è ottenere trasferimenti di denaro immediati senza che la vittima abbia il tempo di verificare la veridicità della richiesta.
Un’altra truffa molto diffusa è quella del cosiddetto “spoofing telefonico“, in cui il truffatore altera il numero di telefono che appare sul display della vittima tramite sms, facendolo sembrare quello di una banca, un’agenzia governativa o un altro ente fidato. In questo caso, la vittima è convinta di parlare con un rappresentante ufficiale e potrebbe finire per fornire informazioni sensibili, come numeri di conto bancario o codici di accesso.
Come difendersi dalle truffe telefoniche
Per difendersi dalle truffe telefoniche, è fondamentale non cedere mai alla tentazione di fornire informazioni personali al telefono, soprattutto se non si è certi della legittimità del chiamante. In caso di dubbi, è sempre consigliabile interrompere la conversazione e contattare l’azienda o l’ente in questione utilizzando i canali ufficiali, come il numero di telefono presente sul sito web ufficiale per verificare o smentire la possibilità di una truffa.
OLTRE MEZZO MILIARDO RUBATO “DAI LADRI DIGITALI” IN TRE ANNI FRODI INFORMATICHE E ONLINE AUMENTATE DEL 30% NEL 2024
Lo studio Fabi. Il bilancio dello scorso anno: le frodi informatiche valgono 181 milioni, le truffe sul web 48 milioni.https://t.co/gPTpN07THW pic.twitter.com/LQpqKpbNGs
— FABI (@FABI_News) March 22, 2025
Un altro punto importante è diffidare da richieste di denaro, investimenti o transazioni che arrivano senza preavviso. Le truffe telefoniche, infatti, spesso presentano un senso di urgenza, cercando di spingere la vittima a prendere decisioni rapide senza tempo per riflettere. È essenziale essere cauti anche nei confronti di link sospetti, soprattutto quelli che arrivano tramite messaggi su WhatsApp o e-mail, e non cliccarli mai prima di aver verificato la fonte.
Infine, è possibile dotarsi di applicazioni di sicurezza che identificano le chiamate provenienti da numeri sospetti, oltre a educare sé stessi e le persone più vulnerabili, come anziani o familiari, sui metodi più comuni usati dai truffatori. Segnalare i tentativi di truffa alle autorità e alle piattaforme di denuncia è un altro modo per contribuire a fermare queste pratiche ingannevoli.