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Suicidio assistito: primo caso in Lombardia, è il sesto in Italia

Per la prima volta nella storia della Lombardia, una cinquantenne ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. La donna, affetta da sclerosi multipla progressiva, si è auto-somministrata il farmaco letale fornitole dal Servizio sanitario nazionale nella propria abitazione, assistita da un medico anestesista.

La storia e il percorso

La cinquantenne era malata di sclerosi multipla progressiva da oltre 30 anni. La patologia le aveva provocato una paralisi che l’aveva resa totalmente dipendente da un caregiver, una figura che si occupa di prestare assistenza ai malati.

Nove mesi fa la paziente, accompagnata dall’Associazione Luca Coscioni, aveva iniziato l’iter burocratico che le ha consentito di poter accedere al percorso previsto dalla sentenza n. 242 della Consulta.

Nel testo, redatto nel 2019, sono esplicitati i requisiti necessari all’interessato per poter accedere al suicidio medicalmente assistito. Irreversibilità della patologia, dipendenza da sostegni vitali, presenza di sofferenze fisiche o psicologiche considerate intollerabili e capacità della paziente di prendere decisioni libere e consapevoli sono state constatate dai responsabili dell’Ats e dell’Asst che hanno visitato la donna a domicilio.

Il nodo della somministrazione

A seguito della certificazione della presenza dei requisiti richiesti, l’azienda sanitaria ha potuto confermare la fornitura del farmaco. Ciò nonostante, non è stata comunicata la disponibilità di medici che, volontariamente, avrebbero potuto assistere la donna durante l’auto-somministrazione.

Mario Riccio, medico anestesista e consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni

La paziente è stata quindi affidata a Mario Riccio, medico anestesista e consigliere generale dell’associazione Luca Coscioni. In passato, Riccio, si era occupato anche del caso di Piergiorgio Welby. L’uomo, militante del Partito Radicale, divenne noto alle cronache nel 2006 quando, affetto da distrofia facio-scapolo-omerale aveva richiesto l’interruzione delle cure che lo tenevano in vita.

L’auto-somministrazione

Il dottor Riccio ha potuto ritirare il farmaco, e gli strumenti necessari, nel giorno prestabilito. Nella propria abitazione, circondata dai suoi cari, la donna ha poi potuto procedere con l’auto-somministrazione del farmaco letale e porre fine alle sue sofferenze.

«La mia breve vita è stata intensa e felice, l’ho amata all’infinito e il mio gesto di porre fine non ha significato che non l’amassi» ha comunicato la cinquantenne nell’ultimo messaggio scritto prima di morire.

La situazione italiana e la richiesta al presidente Fontana

Soltanto l’11 febbraio, la Toscana ha approvato una norma che disciplina il suicidio assistito ma, volendo, il governo potrebbe impugnarla. È di questo avviso il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha dichiarato: «Se dipendesse da me, sì, ne parleremo, ma è strano che chi è contro l’autonomia poi voglia fare una legge in Toscana sul suicidio assistito e in un’altra regione no».

Filomena Gallo e Marco Cappato, membri dell’Associazione Luca Coscioni

Tornando alla regione Lombardia, e al caso della cinquantenne scomparsa a gennaio, Filomena Gallo e Marco Cappato, dell’Associazione Luca Coscioni, hanno chiesto al presidente della regione, Attilio Fontana, di riesaminare il contenuto della legge “Liberi subito” da loro redatta.

«Se fosse stata in vigore la nostra legge di iniziativa popolare, la 50enne avrebbe potuto seguire una procedura chiara e definita invece di dover affrontare, insieme al personale sanitario, una corsa a ostacoli durata 9 mesi. Chiediamo al presidente Fontana di tornare sulla materia, riesaminando il contenuto della nostra legge ed emanare un atto di Giunta, come preannunciato dal presidente Zaia in Veneto» hanno dichiarato Gallo e Cappato.

Glenda Veronica Matrecano

Classe 2000. Milanese. Laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità all'Università IULM. "Curiosa, solare e tenace", così mi descrive chi mi conosce. Mi appassionano, soprattutto, la cronaca e l'attualità ma anche tutte quelle tematiche che sono in grado di accendere il dibattito pubblico. Tra le tante, ho un'aspirazione che supera le altre: diventare giornalista televisiva.

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