
È slittata al prossimo 25 ottobre la votazione del documento contenente i suggerimenti dei delegati sulle Proposizioni, ovvero le proposte emerse dalle diocesi italiane lungo l’itinerario sinodale degli ultimi quattro anni. I temi principali toccano ambiti come missione, formazione e corresponsabilità nella Chiesa.
Più che una bocciatura, si tratta di un rinvio: «Siamo stati rimandati a ottobre», ha commentato il vicepresidente della CEI, mons. Erio Castellucci. La decisione è arrivata al termine della Seconda Assemblea sinodale, con l’intento di prendersi il tempo necessario per formulare proposte più concrete, capaci davvero di incidere sul volto della Chiesa.
“Verso un testo più maturo”
L’assemblea sinodale, iniziata lo scorso 31 marzo, è il momento in cui i rappresentanti della Chiesa Cattolica si riuniscono per discutere e approvare orientamenti e norme. Durante i lavori, i 28 gruppi partecipanti hanno presentato numerosi emendamenti al documento finale. I circa mille partecipanti si sono dichiarati in buona parte soddisfatti per l’andamento dei lavori, concordi nel definirli “una palestra di sinodalità”. Tuttavia, il testo discusso è stato percepito come troppo sintetico e poco incisivo su temi delicati come la pastorale verso le persone LGBT (indicate nel testo con il linguaggio ecclesiale “persone in situazioni affettive particolari”), la leadership femminile nella Chiesa e la corresponsabilità dei laici nella gestione economica delle parrocchie.

Secondo Castellucci, il testo era stato “redatto troppo in fretta”. I delegati hanno quindi votato a larghissima maggioranza (835 favorevoli su 854 votanti) una mozione per affidare il testo delle Proposizioni – intitolato “Perché la gioia sia piena” – alla presidenza del Comitato nazionale del Cammino sinodale. Quest’ultima, con il supporto dei facilitatori dei gruppi di studio, curerà la redazione finale accogliendo emendamenti e contributi emersi. La nuova votazione è quindi fissata per il prossimo 25 ottobre, in occasione del Giubileo delle équipe sinodali e degli organismi di partecipazione.
Le parole del cardinale Zuppi
Il presidente della CEI, card. Matteo Zuppi, ha commentato: «Una certa delusione c’è, non nei confronti dell’assemblea, dove invece si è vissuto un grande senso di libertà e di ecclesialità», ma per il fatto che non è stato possibile rispettare il calendario. Tuttavia, ha aggiunto: «Questo dinamismo ci fa bene, è il segno di una Chiesa viva».
Il consiglio permanente della CEI ha quindi deciso all’unanimità di rinviare anche l’assemblea dei vescovi di maggio a novembre, dopo la nuova votazione del documento.
Clamoroso al #Sinodo in #Vaticano, i vescovi si spaccano su donne e gay: bocciato il testo finalehttps://t.co/AlUiVbg2Wi #cei #zuppi #4aprile pic.twitter.com/2JxOFVs2NA
— IL TEMPO (@tempoweb) April 4, 2025
Si tratta di una decisione eccezionale: era accaduto solo tre volte negli ultimi vent’anni, in casi di forza maggiore come la morte di Giovanni Paolo II nel 2005 e durante la pandemia. Un assemblea che, secondo la CEI, rappresenta comunque un momento “vivace” e una forte presa di posizione che parte dalla base del popolo di Dio.
I principali nodi al vaglio
Due sono i punti centrali che restano sotto esame: l’inclusione delle persone che soffrono a causa di relazioni affettive, orientamento sessuale o identità di genere e il ruolo ecclesiale delle donne.
Temi particolarmente delicati, che secondo molti partecipanti all’assemblea in Aula Nervi in Vaticano richiedono riflessioni più profonde. A questi si aggiungono altre tematiche rilevanti, anche di natura socio-politica: trasparenza economica nelle parrocchie, rendicontazione dei bilanci, politiche migratorie, ecologia e promozione della pace.
Infine, è emersa la necessità di una revisione più accurata della gestione dei casi di abusi sessuali, un dramma che continua a interrogare la Chiesa. Come ha suggerito uno dei delegati: “È tempo di rimettersi in cammino”.