Roma, chi partecipa e chi no ai funerali di Papa Francesco

Roma si prepara a celebrare i funerali di Papa Francesco. Trump, Zelensky, Macron e i reali di Spagna e Inghilterra sono solo alcuni dei capi di Stato e sovrani che stanno in queste ore raggiungendo la città per partecipare alle esequie di sabato. In un momento storico e geopolitico così delicato, viziato dalle guerre in corso e dalle tensioni provocate dai dazi americani, i funerali del Papa saranno perciò anche un’occasione di incontro e dialogo tra le grandi potenze.

Il feretro del Papa nella bara. Al microfono il camerlengo Kevin Farrell
Il mondo a Roma

I grandi del mondo si riuniscono a Roma. Non è il G20, ma i funerali di papa Francesco, in programma sabato 26 aprile sul sagrato della Basilica di San Pietro. Sono oltre 130 le delegazioni che hanno già confermato la loro presenza, e altre ancora sono attese.

Rispetto ai riti funebri dei suoi predecessori, il cui precedente più immediato sono le esequie di Giovanni Paolo II nel 2005, papa Francesco ha semplificato la cerimonia, spogliandola di parte della sua maestosità. Alcuni esempi sono la scelta di non esporre il corpo su un catafalco e di non collocarlo in tre bare una dentro l’altra.

La tomba che ospiterà le spoglie di papa Francesco

Queste riforme sono state formalizzate nel 2024 con la seconda edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis e riflettono il desiderio di Papa Francesco di riportare le esequie papali a una dimensione più pastorale e meno cerimoniale, in linea con la sua visione di una Chiesa più umile e vicina ai fedeli. La stessa tomba, collocata come da desiderio del Papa nella Basilica di Santa Maria Maggiore, sarà una semplice lapide con la scritta “Franciscus”.

La rappresentanza italiana

Un evento così peculiare ha un cerimoniale tutto suo, a cominciare dall’ordine con cui le delegazioni prenderanno posto alle esequie. Il protocollo vuole che in prima fila siedano le autorità italiane, dal momento che il Papa è vescovo di Roma e primate d’Italia. Dunque, le cinque maggiori cariche dello Stato siederanno nel modo consueto: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, quindi il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e infine quello della Corte costituzionale, Giovanni Amoroso. Sarà presente anche il ministro degli Esteri Tajani.

L’assegnazione dei posti per gli ospiti internazionali

Accanto alle autorità italiane, siedono da protocollo quelle del Paese d’origine del pontefice. In questo caso, dunque, accanto a Sergio Mattarella, prenderà posto il presidente dell’Argentina, Javier Milei. Seguono i sovrani cattolici, ovvero il re di Spagna Felipe con la consorte Letizia, e il Gran Maestro dell’Ordine di Malta, che pur non essendo un sovrano a tutti gli effetti gode di uno statuto giuridico peculiare nei rapporti con la Santa Sede. Più dietro si vanno a collocare i sovrani dei Paesi non cattolici come Norvegia, Svezia, Olanda e Belgio. In terza fila troverà posto anche il rappresentante della Corona inglese, che in questo caso è l’erede al trono, il principe William del Galles, accompagnato dal premier Keir Starmer.

Il manuale protocollare prescrive per le altre delegazioni di seguire l’ordine alfabetico francese: posto dunque piuttosto avanzato per Lula (Brasile), mentre più indietro Donald Trump (degli États-Unis in francese) potrebbe trovarsi accanto al suo omologo francese Macron. Il presidente americano è uno degli uomini più attesi ai funerali, e non sono pochi quelli che sperano di scambiare due parole con lui a proposito della spinosa questione dei dazi. Ma non è l’unico motivo: qualche fila più indietro, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrà ben altre ragioni per raggiungere il tycoon, con cui l’ultimo faccia a faccia fu disastroso.

L’incontro tra Trump e Zelensky nello Studio Ovale
I grandi assenti: Netanyahu e Putin

Visto il confluire di potenti, anche gli assenti ai funerali fanno in qualche modo “rumore”. Non si sa ancora se la Cina invierà una delegazione, mentre è certa l’assenza del premier ungherese Orban, sostituito dal presidente Sulyok. Altri due importanti leader non ci saranno: si tratta di Benjamin Netanyahu e Vladimir Putin. Su entrambi pende un mandato di cattura internazionale, ma questo potrebbe non essere l’unico motivo che giustifica lo loro assenza.

Israele ha tardato a esprimere le proprie condoglianze, arrivate solo tre giorni dopo la morte del Papa. Tra lo Stato ebraico e la Santa Sede i rapporti sono molto tesi: negli ultimi tempi più volte Francesco ha criticato l’amministrazione Netanyahu per i bombardamenti sui Territori occupati ed è probabile che ai funerali prenderanno parte solo l’ambasciatore israeliano in Vaticano e il presidente della comunità ebraica di Roma.

Il discorso su Putin, invece, apre un’altra questione. Come detto, il presidente russo, oltre che essere un ospite sgradito dalla maggior parte dei presenti, soprattutto dai leader europei, rischia la cattura, qualora lasciasse il suo Paese. È però emerso in questi giorni che il ministro della Giustizia italiano, Carlo Nordio, non ha mai dato seguito all’ordine di cattura emesso a carico di Putin dalla Corte penale internazionale il 17 marzo 2023. Non sono chiare le ragioni del Guardasigilli, ma questa formalità renderebbe irregolare un eventuale arresto di Putin sul suolo italiano, in modo simile a quanto successo alcuni mesi fa con il generale libico Almasri.

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