Il riscatto della laurea diventa flessibile, ma non per tutti

Trasformare gli anni universitari in anni lavorativi sarà più semplice rispetto al passato. Le nuove regole che definiranno il meccanismo di quota 100 potranno essere perfezionate al fine di rendere flessibile il riscatto della laurea. In altre parole, i laureati potrebbero andare in pensione prima, indipendentemente dagli anni di contributi versati.

Ma cosa significa riscatto flessibile? I laureati potranno decidere quanti soldi versare all’Inps per far contare gli anni universitari come lavorativi. In questo modo, la pensione potrebbe avere un valore alto o basso, a seconda dell’importo versato.

Ciò nonostante, la flessibilità non vale per tutti. Solamente coloro che hanno cominciato a lavorare e versare i contribuiti previdenziali dopo il primo gennaio del 1996 avranno modo di sfruttare il riscatto. Questo perché solo da quella data, la pensione si è basata su un sistema contributivo. Coloro che ne usufruiranno conteranno su un sistema di pensionamento misto, una pensione proporzionata allo stipendio percepito nel corso della loro vita.

Secondo quanto specificato dal sito ufficiale dell’Inps, inoltre, non tutti gli studenti laureati che rientrano nella categoria saranno autorizzati a richiedere il riscatto. Esclusi i fuori corso e coloro già coperti da contribuzione obbligatoria, figurativa o da riscatto. Tra i periodi universitari che si potranno riscattare, le lauree triennali, quelle specialistiche e i dottorati di ricerca.

(v.n)

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