La Camera ha respinto la sfiducia alla ministra del Turismo Daniela Santanchè. Hanno votato ieri, 25 febbraio, con 206 no, 134 sì e un astenuto. Santanchè esulta e dice: «Dimissioni? Valuterò io dopo l’udienza preliminare. Senza ricatti». Ma non si è limitata a questo la ministra del Turismo, che subito dopo ha intrattenuto i partecipanti. Tra outfit sgargianti e parole taglienti Santanchè ha attirato tutta l’attenzione su di sé. «Sì, ho una collezione di borse è chiaro? Mio padre mi ha insegnato che si ruba solo quel che si nasconde, io non ho nulla da nascondere». Ha fatto sapere la ministra. E ha poi concluso accusando l’opposizione. «Voi volete combattere la ricchezza, non la povertà». E perché l’ha detto?
Il discorso
Il commento sulla ricchezza è stato questo. «Io sono l’emblema di tutto ciò che detestate, lo rappresento plasticamente. Sono il vostro male assoluto. Sono una donna libera, porto i tacchi a 12 centimetri, ci tengo al mio fisico, amo vestirmi bene e sono anche quella del Twiga e del Billionaire, che voi tanto criticate». Il video del suo intervento è diventato virale.
Santanchè ha parlato con una naturalezza tale che ha lasciato tutti di stucco, soprattutto per quello che ha detto. I presenti alla Camera si sono infervorati. Anche i membri del suo partito, Fratelli d’Italia, sono rimasti basiti. Anche perché la ministra ha poi proseguito, cercando di smuovere gli animi e chiedendo di non lasciare che siano «giudici e Pm politicizzati a decidere del suo destino».
D’altronde, è stata proprio Santanchè a ricordare che per 53 volte ha chiesto le dimissioni dei propri avversari politici. Ma non è mancata l’occasione per scusarsi di questo errore passato. Nonostante le schermaglie all’interno della Camera, evidenziate da grida e cori, la ministra ha sottolineato che «sono stati tutti carini e gentili». Ma non fa sapere ai cronisti se la premier Giorgia Meloni l’abbia contattata o no, visto che era assente durante la sua difesa.
La vicenda
Era un appuntamento importante quello del 25 febbraio per Santanchè. La mozione di sfiducia era stata presentata dal Movimento5Stelle il 10 febbraio. Ma poi, tutti i partiti dell’opposizione si sono sostenuti contro la ministra e la premier. Le accuse a Giorgia Meloni erano perché non si è mai esposta sul caso di Daniela Santanchè, mentre se ne richiedevano le dimissioni.
La ministra del Turismo è indagata per falso in bilancio e per truffa ai danni dell’Inps. L’obiettivo dei partiti di opposizione non era tanto quello di velocizzare le dimissioni di Santanchè, processo che richiede diverso tempo. Ma lo scopo era quello di fare intervenire la premier ed enfatizzare l’efficacia mediatica attorno al caso.
I commenti
In primis è intervenuto il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte. «Perché la premier copre la ministra? O è sotto ricatto o sente di appartenere a una casta intoccabile», ha detto. E ha seguito subito la Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. «Se Santanchè resiste la domanda è per Meloni: perché continua ad accettare in silenzio?», chiede.
Ma anche i vicini di Santanchè non sono stati da meno. Il meloniano Massimo Ruspandini ha ringraziato la ministra. E ha detto che: «La ringraziamo per aver detto che rinuncerebbe all’incarico per amore e rispetto di FDI e del presidente del Consiglio». Sembra quasi un’esortazione.