Vittoria schiacciante per la lista guidata da Marco Marsilio in Abruzzo alle elezioni del 10 marzo. A scrutinio ultimato, il candidato di punta del centrodestra batte il rivale di centrosinistra Luciano D’Amico e si conferma per la seconda volta di fila alla guida della regione: quasi 8 punti percentuali di scarto tra i due schieramenti politici. All’appuntamento elettorale ha partecipato solo il 52,2 per cento degli aventi diritto, in calo rispetto al 2019 quando si recò alle urne il 52,87 per cento degli abruzzesi maggiorenni.
Doppietta da record per Marsilio
Un bottino pari al 53,5 per cento dei voti totali vale al governatore abruzzese il bis del mandato. Si tratta di un record nel recente passato della regione, infatti negli ultimi 30 anni nessun presidente era stato riconfermato. Un traguardo che il 66enne di origini romane ha commentato così: «è stata scritta una pagina di storia e abbattuto un altro muro. Abbiamo chiesto altri 5 anni per continuare a crescere per completare un’opera di rilancio, ricostruzione e valorizzazione che stiamo mettendo in campo».
Marco Marsilio è il primo Presidente nella storia dell’Abruzzo ad essere riconfermato dagli elettori per un secondo mandato. Ed è per noi motivo di grande orgoglio che i cittadini abruzzesi abbiano voluto continuare a dargli fiducia, e con lui a dare fiducia al Centrodestra, che… pic.twitter.com/KpCHKfgGCv
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) March 11, 2024
Marsilio, politico vicino alla premier Giorgia Meloni, porta a Fratelli d’Italia il 24 per cento dei consensi, una quota quadrupla rispetto a quella delle scorse elezioni nella regione. Medaglia d’argento per Forza Italia, che ottiene un sorprendente 13,4 per cento di voti (cinque punti in più rispetto al 2019). Scavalcato l’alleato leghista: il partito di Matteo Salvini non va oltre il 7,6 per cento delle schede a favore, e conferma la curva discendente degli ultimi anni (nel 2019 in Abruzzo aveva preso il 27,5 per cento).
Nella corsa a due per il ruolo di vice FdI, Forza Italia esce vincente in Abruzzo. Esulta il segretario azzurro Antonio Tajani, e con lui il coordinatore regionale del partito, Nazario Pagano: «Non solo non è svanito il sogno del presidente Silvio Berlusconi, addirittura il suo partito torna a essere forte e consistente». Il confronto conferma il trend visto in Sardegna, con il Carroccio che continua a perdere punti e l’amico-nemico Forza Italia che invece ne prende. Una crescita che, se mantenuta, potrebbe premiare il partito del fu Cavaliere in vista delle prossime elezioni europee, quando i candidati dei diversi partiti correranno da soli.
Scacco matto al “campo largo”
«Ha vinto la verità contro la menzogna. Il campo largo non sarà il futuro dell’Italia», ha commentato il governatore abruzzese poche ore dopo la chiusura dei seggi elettorali. I risultati delle urne hanno infatti visto la sconfitta del sigillo diarchico Conte-Schlein in Abruzzo, diversamente da quanto accaduto in Sardegna qualche settimana prima. Il macrogruppo di centrosinistra guidato da Luciano D’Amico accumula solo il 46,6 per cento delle preferenze totali. In testa il Pd, con circa il 24 per cento dei consensi, doppiando la quota conseguita dal partito nel 2019. Male, invece, il Movimento Cinque Stelle, fermo al 6,9 per cento dei voti favorevoli. 4 punti per Calenda, 3,6 per Alleanza Verdi Sinistra.
«Non ho mai nascosto che fosse molto dura», ha detto Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico. E ha poi aggiunto: «Continuo testardamente a pensare che solo uniti si può vincere». Una dichiarazione che conferma la soluzione a due con il Movimento Cinque Stelle, risultata vincente in Sardegna. Questa volta, però, è mancato il sostegno dell’elettorato di Giuseppe Conte. Il timore che in futuro il gemellaggio possa non produrre i frutti sperati si fa sempre più concreto. E il prossimo appuntamento, le regionali in Basilicata del 21 e 22 aprile, sarà un banco di prova importante per sondare la “solidità della coppia”.