
Non ha bisogno del cognome, Francesco, autore di una lettera pubblicata martedì 18 marzo sul Corriere della Sera. D’altronde, al Papa non serve altro per qualificarsi. In risposta a un messaggio di vicinanza del direttore Luciano Fontana, il Papa ha raccolto l’invito a rivolgere un appello alla comunità internazionale dalle pagine del quotidiano.
L’importanza delle parole
Dalla camera del Policlinico Gemelli dove è ricoverato dal 14 febbraio, il Pontefice è tornato a parlare di pace. Questa volta, dice, con una nuova consapevolezza. «La fragilità umana, infatti, ha il potere di renderci più lucidi rispetto a ciò che dura e a ciò che passa, a ciò che fa vivere e a ciò che uccide», ha spiegato. «Forse per questo tendiamo così spesso a negare i limiti e a sfuggire le persone fragili e ferite: hanno il potere di mettere in discussione la direzione che abbiamo scelto, come singoli e come comunità».
Il messaggio prosegue con un appello rivolto direttamente ai giornalisti: «Vorrei incoraggiare lei e tutti coloro che dedicano lavoro e intelligenza a informare, attraverso strumenti di comunicazione che ormai uniscono il nostro mondo in tempo reale: sentite tutta l’importanza delle parole. Non sono mai soltanto parole: sono fatti che costruiscono gli ambienti umani. Possono collegare o dividere, servire la verità o servirsene. Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità».
Non è la prima volta che il Papa richiama la stampa alla sua responsabilità civile e sociale. L’ultima volta era stata lo scorso 24 gennaio, in occasione della 59esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, quando Francesco aveva invitato i giornalisti ad essere «comunicatori di speranza».

Una nuova linfa per la diplomazia
Da ultimo, il Pontefice ha rivolto un pensiero – forse il più sentito – ai conflitti in corso nel mondo. «Mentre la guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità». In questo senso, anche le religioni sono invitate a dare un contributo, perché «possono attingere alle spiritualità dei popoli per riaccendere il desiderio della fratellanza e della giustizia, la speranza della pace». La conclusione non può che essere una chiamata ad agire: «Tutto questo chiede impegno, lavoro, silenzio, parole».
Le condizioni del Papa
Quanto alla sua salute, il Papa non ha fatto sapere niente nella lettera, ma gli aggiornamenti quotidiani della Sala stampa vaticana continuano a riferire lievi miglioramenti. Le condizioni di Francesco progrediscono, anche se le dimissioni sono ancora lontane. Nel frattempo, il Pontefice lavora a tempo pieno, per esempio approvando le nomine, e partecipa alla Messa. Domenica sera la diffusione di una foto ha fatto ben sperare i fedeli: è la prima volta che Francesco si fa rivedere dopo più di un mese di assenza.