Rosa Maria Dell’Aria, la professoressa sospesa dall’ufficio scolastico provinciale di Palermo per un progetto realizzato dai suoi alunni, torna a scuola. «E’ una bellissima giornata, sono felicissima di rientrare a scuola con i miei alunni» ha dichiarato alla fine di questa esperienza che l’ha coinvolta dopo 40 anni di insegnamento e a un passo dalla pensione.
I suoi ragazzi l’hanno accolta con un mazzo di 15 rose, una per ogni giorno lontana da scuola. La donna era stata sospesa per due settimane con l’accusa di non aver controllato un lavoro realizzato dai suoi alunni dell’istituto tecnico Vittorio Emanuele III di Palermo nel quale le leggi razziali venivano accostate al decreto sicurezza. Ha quindi scontato per intero il provvedimento a suo carico. Nel frattempo il ministro dell’Interno si è detto disposto a incontrare gli studenti e spiegare il decreto.
«Continuerò a insegnare ai miei ragazzi a crescere, a riflettere a non essere indifferenti – ha detto l’insegnante – e a prendersi cura dell’altro, a essere consapevoli». E a chi le chiede se in classe parlerà di Europa, lei risponde: «Sì certo, per me è un valore».
«Cara professoressa, scriviamo questa lettera per dirle quanto siamo orgogliosi di averla incontrata e conosciuta durante il nostro percorso di vita – hanno scritto gli studenti – Grazie a lei abbiamo imparato a non avere paura di esprimere la nostra opinione e che il confronto è sempre la cosa migliore per risolvere tutto». La piccola comunità scolastica l’ha accolta con grande affetto. Anche un collega ha espresso il sentimento comune: «Ci è mancata come l’aria. In questi giorni ha perso molto peso, si vede che è provata, ma ha affrontato tutto senza agitazione, con molta signorilità – ha detto – Per tutti noi è stata una brutta esperienza, molto dolorosa, che nessuno si aspettava e che ci ha scosso. Però, grazie a lei, abbiamo scoperto un spirito di corpo che avevamo perso».
La vicenda sembrava potesse prendere una piega diversa quando, nel corso di un incontro in prefettura, i ministri Matteo Salvini e Marco Bussetti avevano annunciato una soluzione. La professoressa aveva chiesto non clemenza ma una dichiarazione ufficiale nella quale si dice che non ha alcuna colpa, una riabilitazione pubblica che sottolinei che è stata punita ingiustamente.
Il segretario del PD Nicola Zingaretti ha lanciato una petizione per il suo reintegro su Change.org, raccogliendo 57mila firme in 24 ore. L’avvocato Alessandro Luna ha già annunciato il ricorso al Tribunale del lavoro. Solidale anche la dirigenza dell’istituto: «Non credo che la professoressa intenda tenersi questa “macchia” al termine di una carriera da insegnante modello. Sono certo che i suoi legali faranno ricorso – ha detto il vice preside, Giuseppe Castrogiovanni – Credo che il preside abbia avviato contatti col ministero e l’ufficio scolastico per trovare una soluzione e annullare gli effetti di un provvedimento apparso ingiusto e sproporzionato a tutta Italia».